Mestre, droga e degrado davanti al teatro Momo. I residenti: «Passare di là mette paura»
Il sindaco Brugnaro all’inaugurazione del locale Gran Piave a trazione bengalese si augura: «È un rilancio per tutta la zona»
Passano la giornata sulle scalinate del teatro Momo, svenuti per terra come venerdì 10 gennaio mattina, quando è dovuto intervenire il Suem 118 perché qualcuno aveva esagerato con vino e pasticche.
Qualche giorno fa avevano acceso un fuoco per scaldarsi. Tossicodipendenti ai margini, conosciuti a chi cerca di aiutarli.
Fanno la spola tra i giardinetti, via Dante, via Sernaglia e ritorno. Si fanno sotto alla scala esterna dell’edificio comunale. A due passi il cinema Dante, presidio che resiste tra i disagi della zona. Dall’altra via Cappuccina, con i suoi negozi multicolor, e la palestra, che per schermarsi, si è attrezzata con videocamere e cartelli.
I residenti
«La situazione è peggiorata» spiega un residente che preferisce rimanere anonimo «soprattutto da quando il teatro è sotto sequestro. Stazionano di giorno, perché batte il sole, a volte non capisci se stiano male e quanto. Poi se ne vanno, fanno i loro comodi, si drogano sotto alla scala o direttamente sugli scalini, un mix di alcol e sostanze stupefacenti».
Prosegue: «Io non passo più di là, vado a casa facendo il giro largo». Racconta ancora: «Alcuni oramai li riconosciamo, altri no, anche perché hanno sempre cappucci calati in testa. Capiamo che di certo non si tratta di una situazione semplice, per loro».
«È così ogni giorno» rincara il titolare di un’attività della zona «fissi sono 4-5, ma poi ce ne sono il doppio se non il triplo che gravita attorno». Prosegue: «Oramai quella è diventata casa loro. Tanto che tra i cespugli e nelle siepi si trova di tutto. Bisognerebbe lasciare solo il prato e l’erba e tagliare tutto il resto».
La Polizia locale fa tutto il possibile: cerca di allontanarli, quotidianamente chiama Veritas per effettuare servizi di pulizia dell’area, monitora la situazione. Anche ieri sera i mezzi sono stati chiamati dai vigili, per ripulire l’ennesima volta l’area. Ieri sono stati allontanati alcuni sbandati tossicodipendenti originari della Sierra Leone, Gambia e Ghana, persone che godono di protezioni internazionali per motivi differenti e fragilità diverse, e che dunque è ancora più difficile tenere sotto controllo. Un lavoro continuo – come hanno confermato gli assessori competenti.
Il sindaco
Nel frattempo, il 10 pomeriggio, in piazzale Olivotti, il sindaco Luigi Brugnaro ha partecipato all’inaugurazione del Gran Piave, il nuovo bistrot rilevato da tre soci bengalesi, tutti cittadini italiani, che hanno deciso di scommettere su una zona che dopo la chiusura dell’ex Grand Central di Dal Poz, era rimasta al buio.
Una presenza importante, per la comunità, la stretta di mano tra Brugnaro e Shahadat Hossain, che in questi giorni ha mandato l’invito di apertura a mezza città. Presenti i rappresentanti della comunità, da Prince Howlader a Kamrul Syed, assessori e politici.
«All’inaugurazione del nuovo Gran Piave» ha twittato il primo cittadino «Una riapertura che segna una piccola rivincita in questa zona, che per l’amministrazione è una sfida da vincere. Stiamo lavorando molto nel quartiere, sia con manifestazioni come via Piave in festa, che con interventi concreti come la nuova stazione di Mestre e la nuova Questura, che rilanceranno la città. Oggi voglio ringraziare questi giovani imprenditori, nostri concittadini, che vivono nel nostro paese da molti anni e che ora, hanno deciso di mettersi in gioco». E capitalizzare – ha aggiunto ieri – motivo di vanto. «Questa è la Mestre del futuro, un luogo in cui culture diverse coesistono, ma con il necessario rispetto reciproco, arricchendo così l’intera comunità».
Brugnaro ha rimarcato che il fallimento della precedente gestione, non gli è andato molto giù, affidando ai bengalesi il compito di rigenerare gli spazi «e diventare presidio di sicurezza». «Avete fatto la mossa giusta» ha aggiunto, invitandoli a ingaggiare dei vigilantes. «Questa è per noi e per la nostra immagine una grande sfida» ha chiuso Prince Howlader.—
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