Mestre studia il rilancio con i negozi aperti la sera
MESTRE. Nuove tecnologie al servizio della pubblica amministrazione e processi di rigenerazione urbana, come volano di rilancio. La riqualificazione di aree dismesse e degradate, progetti di riuso e recupero urbano, la creazione di poli multifunzionali tecnologici come miglioramento della qualità della vita dei cittadini.
E il turismo, quello che mai come quest’anno ha un peso rilevante anche nel centro di Mestre, che spinge il rilancio, anche commerciale, del centro cittadino. I numeri sono importanti: in terraferma si contano in un anno 1 milione e mezzo di turisti, la metà dei poco più di tre milioni del centro storico di Venezia.
Che significano 2,9 milioni di notti in alberghi, ostelli e B&B per una permanenza media di 1,87 notti a turista. Tutti sperano in città di portare a più di due notti la permanenza in terraferma, complice il traino del nuovo museo del Novecento, per esempio.
Maurizio Franceschi, direttore della Confesercenti ne è convinto. «Rigenerazione urbana e digitalizzazione aiutano a migliorare le nostre città con l’innovazione che aiuta pubblico e privato. Nel settore del commercio questo significa utilizzare strumenti e proposte nuove per dare servizi nuovi ai cittadini.
L’e-commerce per un piccolo negozio è perdente in partenza ma una consegna a domicilio di un prodotto visto in negozio può fare la differenza, così come prevedere orari più elastici per i clienti o per i turisti che vivono Mestre la sera. O ancora, la possibilità di fissare visite in negozio su appuntamento o puntare sul marketing possono rivelarsi idee vincenti».
Un po’ quello che si tenta di fare tra Zelarino e il centro di Mestre con i distretti commerciali, che hanno ottenuto il riconoscimento della Regione. «Con il prossimo bando per il riconoscimento di distretti pensiamo di inserire anche Marghera», spiega Franceschi. «Nel frattempo lavoriamo per i bandi di finanziamento di ottobre prossimo». In ballo ci sono 8 milioni di euro di contributi regionali, provenienti dai fondi europei, che saranno destinati ai 58 distretti veneti, finora riconosciuti dalla Regione Veneto. Con un finanziamento anche di 140-150 mila euro, spiega il direttore della Confesercenti, si «possono da subito finanziare le nuove figure dei manager di distretto che devono lavorare con i commercianti alle politiche di azione comune». Perché il distretto, prosegue, «serve ad unire i commercianti e a Mestre, dove il turismo avrà un impatto sempre più forte anche il commercio deve prepararsi a cambiare».
Temi toccati ieri al centro Candiani nel seminario “Living Cities“, promosso da Cescot Veneto - Confesercenti nell’ambito del progetto “Vitamina D - Digital Transformation in P.A”, che ha visto come auditori decine di dirigenti di amministrazioni pubbliche italiane e venete.
La mattina il simposio per discutere di progetti nuovi come il distretto M9 in via Poerio e l’esperienza dei distretti scozzesi. Al pomeriggio, la passeggiata urbana con Lucio Rubini, ricercatore dell’Università Iuav di Venezia, che ha accompagnato alla scoperta del negozio di via Piave 67 con il progetto delle vetrine temporanee, al cinema Dante che viene rilanciato anche con interventi di artisti finanziati con un concorso da Urban Rise e nel distretto del museo che aprirà i battenti l’1 dicembre prossimo.
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