Mestre, straniero "pericoloso" rimpatriato d'urgenza
Aveva chiesto che gli venisse tagliata una mano "in modo da non dover compiere una strage". Curato in psichiatria era stato rifiutato dai centri d'espulsione. La questura trova il sistema per rimandarlo nel suo Paese
MESTRE. Alla fine il modo è stato trovato e tutto è bene ciò che finisce bene. Dopo la notizia che una persona giudicata “pericolosa” dalla Digos era di nuovo libera in città, la Questura è riuscita a trovare il modo per rimpatriarla.
Tutto era cominciato il 15 luglio quando al pronto soccorso dell’ospedale dell’Angelo si era presentato un uomo con una richiesta molto particolare. In preda a una agitazione incontenibile, l’uomo, un magrebino, ha chiesto ai medici di tagliargli una mano e amputare quattro dita dell’altra. «Solo così», ha spiegato ai dottori, «non sarò più in grado di compiere la strage che devo fare».
Di fronte a questo tipo di richiesta l’ospedale aveva chiamato la polizia. Una volante e alcuni agenti della Digos hanno interrogato l’uomo. Alla fine la Digos, cioè la “divisione investigazioni generali e operazioni speciali” che si occupa delle indagini sul terrorismo, aveva giudicato il magrebino “persona pericolosa”. L’uomo è stato sedato e ricoverato in psichiatria.
Ma il 16 agosto, un mese dopo il ricovero, quando l’uomo era stato dimesso, nonostante gli accordi il Centro espulsione (Cie) di Torino, si era rifiutato di riceverlo perché ancora sedato e psichicamente instabile.
Alla polizia non era rimasto altro da fare che rilasciarlo, dopo avergli intimato l’ordine di espulsione: l’uomo infatti non poteva essere ancora ricoverato in psichiatria, in quanto appena dimesso, né poteva essere trattenuto, non avendo compiuto reati.
La storia, scritta dal nostro giornale, era stata portata alla luce da alcuni agenti e funzionari che denunciavano la malaburocrazia. Sembrava un problema irrisolvibile. Ma venerdì 18, alle prime ore del mattino la Questura, con provvedimento d’urgenza, ha provveduto a trovare i fondi per imbarcare l’uomo e due agenti su un volo per il suo Paese e rimpatriarlo.
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