Mestre, si è spento il sorriso di “Stella” cuoca provetta e attrice amante del dialetto

Una simpatia contagiosa e la battuta sempre pronta, elegante e gelosa della sua “venezianità”

Marta Artico

Una simpatia contagiosa e un sorriso capace di illuminare una stanza. La battuta sempre pronta e un’eleganza d’altri tempi. L’amore per la famiglia sopra ogni cosa.

È mancata nel pomeriggio di lunedì Maria “Stella” Rubini in Artico, 81 anni, veneziana doc, originaria di campo San Giacomo Dall’Orio, innamorata da sempre della sua Venezia. Trasferitasi in terraferma negli anni ’60, ha sempre abitato in via Oberdan a Carpenedo.  Quando i palazzoni non coprivano l’orizzonte e si poteva vedere il parco della Bissuola in lontananza. 

Nonostante fosse diventata mestrina d’adozione, non ha mai perso le sue radici, a cui teneva moltissimo.  «Il veneziano non è un dialetto, è una lingua vera e propria» ripeteva, aggiungendoci un «Ciò» a chiosa. Nel 1963 ha conosciuto il marito, Marino Artico, anche lui di San Giacomo Dall’Orio, con il quale è rimasta sposata fino al suo decesso, nel febbraio 2020.

Appassionata di teatro e tradizioni, recitava con la compagnia la Ribalta Veneta, cucendosi e realizzando vestiti d’epoca con grande abilità. Casalinga e imprenditrice, è stata titolare di una profumeria in via Altinia. Cuoca provetta, specializzata in scampi alla busara (la sua ricetta le è valsa un premio) e cacciagione.

Memorabili i circoli di carte, si destreggiava con grande abilità in moltissimi giochi, e le partite a “Bestia” con le compagnie di amici. I pomeriggi terminavano sempre in esercizi culinari e grandi tavolate. 

Nel cuore Santo Stefano di Cadore, dove aveva casa, le camminate, i funghi che cucinava in molti modi. Amava la famiglia sopra ogni cosa, i figli Marina e Nicola e gli adorati nipoti Pietro e Cesare, la sua gioia. Lascia la sorella Ines e le tantissime persone che le volevano bene.

I funerali di Maria, per tutti da sempre solo “Stella”, si terranno giovedì alle 15, nella chiesa dei Santi Gervasio e Protasio di Carpenedo.

La famiglia ringrazia il personale del Centro Nazaret, che è stata la sua casa negli ultimi tre anni.

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