Mestre sfida la crisi, in centro aprono nuove attività

La crisi che morde ha dei risvolti positivi, perché insegna a rimboccarsi le maniche, spinge ad inventarsi nuovi mestieri e mette in moto virtuosismi inaspettati. È così che a fianco a negozi che chiudono, ci sono anche attività che aprono e spesso sulle ceneri di altre. In via Rosa da cinque giorni ha aperto la piadineria “Al Borgo”. I titolari sono Andrea Cunial e Federico Borgato, che senza mezzi termini non esitano a raccontare di essersi trovati «con il culo per terra».
Andrea lavorava nei trasporti, ma i viaggi si erano ridotti. Federico era impiegato in una società di mediazioni doganali, rimasto senza compenso. Così hanno deciso di non deprimersi e di fare necessità virtù, imparando un nuovo mestiere dall’abc.
«Abbiamo eluso i franchising», raccontano, «perché fanno contratti capestro, abbiamo preso e ci siamo consumati le scarpe andando a bussare a tutti i chioschi in Romagna, finché a Cesenatico abbiamo incontrato una signora disposta ad insegnarci i segreti delle piadine: impasto, tempi, cottura, quel pizzico di strutto che fa la differenza. Un retaggio contadino impagabile». Hanno chiesto 35 mila euro, che gli sono stati concessi da Artigiancassa e Bnl, con garanzia le proprie case. Il resto hanno fatto tutto da sé con le proprie conoscenze: «Abbiamo realizzato il locale da soli, bancone, bagno, ognuno ci ha messo il proprio know-out e competenze». Ed ecco il Borgo, dove si producono rotoloni, piadine, crescioni, dolci e salati, con pasta fresca preparata da Andrea e Federico tutte le mattine, prodotti kilometro zero, farciture al momento. «Per noi è un ritorno alle origini, ci siamo reinventati completamente, prima vendevamo fumo». Adesso producono qualcosa, hanno un negozio loro e vogliono soddisfare la clientela.
Se Andrea e Federico hanno cambiato lavoro perché non campavano più, c’è chi il lavoro non lo trova e deve crearsi il futuro da sé. È il caso di Peiman Charkhandaz, nato da genitori persiano emigrati dall’Iran e Alice Coldebella, mestrina doc. Lui ha 27 anni ed è laureato in statistica, lei 26 anni ed è laureata in lettere. Di un posto, neanche l’ombra. Così hanno riprogrammato sogni e desideri, scoprendo nuove passioni: hanno fatto gavetta a Montebelluna e hanno imparato tutto sui gelati e i dolci, poi hanno aperto “Mivè”, una gelateria speciale, che si trova in via Carducci, in uno dei tanti negozi sfitti: «I nostri genitori», raccontano “hanno investito i risparmi di una vita, poi abbiamo usufruito dei fondi per l’imprenditoria giovanile e l’aiuto di una banca. È dura ma siamo contenti e nonostante il tempo che non ha aiutato, il gelato va via». Proseguono: «Puntiamo sulla qualità dei prodotti, abbiamo il laboratorio, facciamo tutto». Tra i gusti da provare e c’è banana cannella e datteri e persino una specialità persiana: il gelato tradizionale con acqua di rose, zafferano, granelli di pistacchio e panna ghiacciata. Una curiosità: Alice e Peiman sono fidanzati.
Rimanendo in tema di aperture, in via Caneve, ha aperto un nuovo panificio“La Pagnotta”, di Mara e Massimo Fontanella, che sperano di essere premiati dal coraggio.
In via Palazzo ha preso casa “Le Origini”, di Thomas Corò, specializzato in pietre preziose, fossili, collane e libri a tema, all’inizio di viale Garibaldi ha inaugurato la Sigaretta Elettronica “DM”, marchio padovano, dietro il bancone Mauro Rubin e sempre in viale ha aperto One Smoke. Infine, in tema di turn-over, la pizzeria il Mandrillo cambia gestione, riaprirà il 3 maggio e si chiamerà “I gusti di Carpitella”.
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