Mestre, scarafaggio nel piatto: oggi in due classi sciopero della mensa
MESTRE. Anche oggi i genitori di due classi della scuola elementare Toti di Mestre manderanno, per protesta, i propri figli a scuola con un panino. Dopo lo spiacevole episodio del bambino che si è ritrovato uno scarafaggio nella pasta della mensa scolastica, le reazioni non tardano ad arrivare. «Ci sono delle responsabilità nel processo di cottura, trasporto e scodellamento del cibo, attività che fanno riferimento alla stessa azienda», ha detto Roberto Gaudio, dirigente dell’Istituto Trentin di cui fa parte la scuola elementare Toti, «ed è giusto quindi che siano individuate le responsabilità per quello che è successo. Le confezioni arrivano ermetiche a scuola, per lo scodellamento, e se lo scarafaggio fosse stato nel piatto penso che chi lo ha scodellato se ne sarebbe accorto. I genitori sono arrabbiati per quello che è successo, e li capisco. Noi abbiamo fatto tutte le segnalazioni a chi di dovere, ora è giusto che venga chiarito cosa è successo anche perché a quanto pare lo scarafaggio era cotto».
Gaudio ricorda anche che solo due settimane fa la scuola aveva fatto la disinfestazione dagli scarafaggi. Era stato il Comune a intervenire, affidando l’intervento a una ditta specializzata privata. «Posso capire che molti genitori mercoledì abbiano mandato i loro figli a scuola con un panino», ha affermato, «perché quello che è successo non dovrebbe succedere».
Sarà ovviamente l'esito degli esami dell'Asl a dire con maggiore chiarezza, se ci saranno elementi per farlo, come sia morto lo scarafaggio e come sia finito nel piatto. Se le analisi confermassero infatti il fatto che è cotto, se ne potrebbe dedurre che la “contaminazione” con il cibo sia avvenuta a monte dell'arrivo dei pasti all'interno della mensa della scuola elementare. A chiedere chiarezza sono anche i genitori, che ricordano come lo scarafaggio non sia l'unico problema della scuola dove da 9 mesi c'è una finestra rotta che, nonostante tutte le segnalazioni inviate all'amministrazione pubblica, con tanto di posta elettronica certificata, nessuno ha ancora aggiustato.
«Vogliamo ribadire il diritto dei genitori a poter scegliere come far consumare il pasto al proprio figlio», hanno detto i genitori delle due classi, «perché in questo modo il Comune ci obbliga a versare dei soldi e ad avere un unico servizio, aumentandoci anche il buono pasto. In comuni come Torino e Brescia l’Asl ha detto che si possono consumare cibi portati da casa».
Le perplessità di altri genitori sono invece su come viene tenuta la struttura scolastica: «L’episodio va ad aggiungersi all’incuria riguardo le condizioni in cui i nostri figli sono costretti a vivere. Da 9 mesi il vetro della mensa è rotto, tappato con scotch e fogli di carta. Abbiamo mandato tre mesi fa una pec alla dirigenza scolastica per dire di rivolgersi al Comune».
Insomma, la blatta ha scatenato una serie di questioni che saranno più chiare quando si saprà se era cotta o no, anche se la il vetro rotto da nove mesi nella mensa è segno di una struttura che è urgente sistemare.
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