Due nuovi ristoranti asiatici in via Piave: la tendenza nel cuore di Mestre
Rosapepe: «Entro cinque anni si farà a gara per avere un posto qui». In via Manin riapre in chiave veneziana lo storico ex pub Scarpon
Via Piave sempre più multietnica, il cuore di Mestre rimane legato alla tradizione. Se l’abbigliamento è in crisi, lo stesso non si può dire per il settore del food che premia chi solletica il palato, basta guardare la fila fuori da Only Brunch in via San Rocco. Qualcuno è pronto a scommettere che entro cinque anni, via Piave tornerà ad essere una strada gettonata in stile via Sarpi a Milano.
Ne è convinto Ernesto Rosapepe, ex gestore del Coffee Break, che a fine autunno, è andato in pensione, lasciando la gestione del suo noto locale, dove si sono fermati questori e assessori per controllare la situazione, ai cinesi.
E senza nascondere una punta di amarezza. «Ho fatto tanto per la zona e avrei voluto fare di più» dice «ma per vari motivi, legati alla burocrazia e alla difficoltà con le quali mi sono scontrato, non ci sono riuscito. Eppure se i giardinetti sono stati liberati da alcune frequentazioni e sono migliorati, molto è grazie al mio lavoro».
L’ex titolare, non ha rimpianti: «Le città cambiano e si trasformano, è normale. E non è detto che sia per forza in peggio. Entro qualche anno, si farà a gara per avere un posto in prima fila in via Piave».
In arrivo, due locali nuovi che aprono sulle ceneri di ristoranti un tempo punto di riferimento. Al posto del Piron D’Oro, che ha chiuso a inizio anno, aprirà un ristorante giapponese a gestione cinese. Negli spazi dell’ex location di Bepi Venesian, oggi in via Fiume, aprirà un locale orientale sul genere hot pot tanto di moda.
«In entrambi i casi al posto di locali vecchi, chi entra rinnoverà tutto, e secondo me questa strada diventerà bellissima proprio grazie agli stranieri». E ai nuovi imprenditori con background migratorio di seconda e terza generazione, vedi alla voce Grand Piave.
Rosapepe annuncia l’ intenzione di dare vita a una nuova associazione di commercianti, che riunisca gli esercenti di origine cinese della via. «La potremmo ribattezzare via del Dragone» dice. E cita alcuni esempi, il ristobar Mozi, di recente apertura, nuovo di zecca e rinnovato. E l’abbinata Chicken Fly e Panda Fly. L’ex Moro di Venezia e tanti altri.
In via Piave, è in vendita anche il bar Al Cucciolo, da un bel pezzo. La titolare, Lucia Niero, in pensione, non ha ancora trovato nessuno che desideri fare le sue veci. «Sono venuti tutti i bengalesi di Mestre» dice.
Anche lei, è convinta che via Piave diventerà un affare entro qualche tempo: «Tra cinque anni e con la nuova stazione, tornerà meglio di prima». In vendita il Venezia Pipa Club, unico in città. Titolare già in pensione, in attesa di trovare qualcuno che abbia la sua stessa passione.
Riapre l’ex Scarpon in via manin
Una notizia attesa da chi non può fare a meno di ricordare i vecchi tempi, l’era d’oro del pub più famoso di Mestre, dove nessuno poteva esimersi di non fare una capatina con gli amici. Le voci si rincorrono da molto tempo.
Il locale chiuso da molti anni, sarà riaperto entro marzo. A riaprirlo Ilda Bonelli, un tempo titolare dell’osteria al Duomo di Murano. Il locale dove sono in corso i lavori, si trasformerà un ristorante cicchetteria, dal sapore locale e dallo stampo un po’ inglese allo stesso tempo stesso. Più osteria e meno pub.
E in aprile riaprirà anche l’ex ristorante di pesce Da Sandro di viale Garibaldi, un’altra sorpresa per gli amanti della tradizione veneziana.
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