Mestre. Raggira i clienti, condannato l’avvocato Bottacin

VENEZIA. Ai clienti aveva detto di aver vinto una causa civile a loro favore davanti al Tribunale di Venezia, di aver sostenuto l’appello e di aver vinto in Cassazione, quando invece i giudici Supremi avevano dichiarato inammissibile il ricorso. Tutto falso: esiti e atti, compresa la sentenza del Tribunale falsificata. Vera la parcella da 18 mila euro che aveva incassato. E, ancora, quando la coppia si era vista notificare nel 2013 un atto di pignoramento immobiliare, l’avvocato l’aveva tranquillizzata, dicendo (falsamente) di aver prima ottenuto la sospensione dell’ingiunzione e poi un accordo con la controparte, a fronte del pagamento di 8 mila euro di spese.
Una serie di atti bugiardi, secondo le accuse della Procura.
Ieri l’avvocato Nicola Bottacin è stato condannato dal giudice del Tribunale di Venezia a 4 anni e 7 mesi di reclusione e 500 euro di multa, per appropriazione indebita, patrocinio infedele, truffa, falso. Il giudice Marco Bertoli ha anche disposto il risarcimento di 51 mila euro (immediatamente esecutivo) a favore della malcapitata coppia. E riconosciuto altri 5 mila euro a favore di un altro cliente di Bottacin: assolto dall’accusa di aver raccontato anche in questo caso il falso sull’esito di un ricorso, il legale è stato condannato per essersi trattenuto la documentazione della causa.
Al momento Bottacin - noto per il suo passato da consigliere comunale per la Lega, poi transitato nelle fila di An, infine candidato alla Camera per il PdL - è sospeso dall’Ordine degli avvocati con procedimento disciplinare, che ha impugnato davanti al Consiglio nazionale.
«Falso in atto pubblico, false sentenze, disconosciute da testi e cancellieri: la sfrontatezza di controbilanciare gli atti di controparte con atti falsi», ha detto nella sua requisitoria il pm Roberto Terzo, «un imputato che ha tradito fiducia dei propri assistiti con un’intelaiatura di falsità gravissime per reggere la finzione e farsi pagare. D al 2009 al 2014 ha continuato a fingere. Non ha mai ammesso le proprie responsabilità».
Assolta - anche su richiesta del pm - la moglie di Bottacin, Giuseppina Migliorino (difesa dall’avvocato Gaio Tesser), ignara del fatto che il marito avesse fornito il suo Iban per i versamenti dei clienti. «Presenteremo subito ricorso in appello», il commento a caldo dell’avvocata Roberta Carraro, legale di Bottacin, «un capo di imputazione era prescritto e comunque ci siamo difesi su tutta la linea. Una pena eccessiva». Soddisfazione, invece, per il risarcimento da parte degli avvocati di parte civile Paolo Rizzo (per la coppia) e Luca Fonte.
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