Mestre, quattro nuovi alberghi in via Ca’ Marcello? Insorge l’Ava

Albergatori e Confesercenti contro il piano di lottizzazione: “Arriveranno troppi turisti a Venezia”

MESTRE. «Più alberghi vengono aperti, più gente arriva a Venezia e il Comune a questo punto si deve decidere: sta discutendo di mettere un tetto al turismo che in determinati periodi dell’anno a Venezia è una presenza davvero invadente, ma sta anche facendo aprire nuovi alberghi in terraferma, che significa non mettere alcun tetto».

Flussi turistici e alberghi. Claudio Scarpa, direttore dell’Associazione veneziana albergatori prende posizione, ancora una volta, sullo sviluppo alberghiero di Mestre. Mettendolo in relazione con il dibattito sui flussi turistici da contingentare a Venezia. Anche perché Mestre scopre una vocazione turistica in relazione, esclusiva, alla vicinanza con Venezia, che invece è invasa dal turismo e cerca scappatoie. A beneficio di chi?

Mestre, quattro nuovi hotel per la nuova via Ca' Marcello

Ricettivo da 48 mila posti. «Parliamoci chiaro: già adesso il sistema ricettivo veneziano, parlo di alberghi e b&b a Mestre e Venezia comprende 48 mila posti letto. Significa 48 mila persone che, prenotando, hanno diritto di visitare Venezia. E dei pendolari cosa facciamo? Li teniamo fuori, a questo punto? Italia Nostra e il professor Fabio Carrera, studioso veneziano che da anni studia il problema, propongono un tetto al turismo in centro storico. Noi invece puntiamo su incentivare il sistema delle prenotazioni. Ed è bene che il Comune decida cosa vuole fare», avvisa il direttore dell’associazione degli albergatori.

Foto Agenzia Candussi/Chiarin/ Mestre, Vempa-via Ca' Marcello/ Bonifica dell'area dove sorgerà un complesso di ricezione alberghiera
Foto Agenzia Candussi/Chiarin/ Mestre, Vempa-via Ca' Marcello/ Bonifica dell'area dove sorgerà un complesso di ricezione alberghiera

Albergatori in allarme. Scarpa storce il naso davanti allo sviluppo alberghiero della terraferma mestrina, dopo il via libera della giunta Brugnaro ai 1.900 nuovi posti letto autorizzati in via Ca’ Marcello e gli altri progetti in itinere. E lancia un grido d’allarme. «Attenzione, a Mestre il turismo che arriva è quello dei gruppi che non trova spazio a Venezia perché le strutture allberghiere del centro storico non possono ospitare i gruppi organizzati. Mi sento di ricordare a tutti che di alberghi in terraferma ce ne sono già abbastanza. Molti dei nostri iscritti sono in una situazione difficile, il rischio è che decidano nel prossimo futuro di diventare alberghi stagionali e questo significa trasformare in stagionali i contratti dei dipendenti e affidare la gestione a cooperative o aziende esterne. Questo è un fatto da non sottovalutare e vorrei sentire anche la voce dei sindacati a riguardo. E poi, diciamolo, i progetti su Mestre paiono più che progetti alberghieri delle valorizzazioni di terreni che oggi valgono poco. Insomma, sono progetti immobiliari. Pensiamo all’albergo B4 vicino Auchan: è chiuso da tempo», continua a spiegare il direttore dell’Ava.

Foto Agenzia Candussi/Chiarin/ Mestre, Vempa-via Ca' Marcello/ Costruzione dell'ostello
Foto Agenzia Candussi/Chiarin/ Mestre, Vempa-via Ca' Marcello/ Costruzione dell'ostello

Dialogo e rottamazione. «Certo, con le nuove catene alberghiere in arrivo in via Ca’ Marcello dialogheremo, dico loro fin da subito che sono i benvenuti. Ma rimango dell’idea che il progetto più intelligente era quello della rottamazione di alberghi. Costruisci una nuova struttura se ne rottami una vecchia. Purtroppo, nessuno ci ha seguito su questa proposta e la politica ha scelto di farsi carico del problema».

Confesercenti rincara la dose. Tema, quello dello sviluppo alberghiero a Mestre messo in relazione con il turismo a Venezia, che torna anche nelle parole della Confesercenti di Venezia. «Conosciamo tutti, e non da oggi, i danni che derivano a Venezia da un economia turistica priva di limiti: abbiamo le analisi, gli scenari, e una lunga lista di ricette e soluzioni. Quello che non abbiamo sono le decisioni», avverte la vicepresidente, Cristina Giussani, in un comunicato dell’associazione. «Prima Barcellona e poi Firenze, parallelamente alla battaglia contro l’abusivismo e i casi di irregolarità abitativa, hanno approvato regolamenti urbanistici per mettere uno stop ai nuovi alberghi. Interventi forse drastici, ma sicuramente coerenti con un preciso obiettivo, quello di dare un segnale chiaro di inversione di tendenza e di offrire ai cittadini, con rapidità, risposte proporzionalmente adeguate alla gravità dei problemi». Per Confesercenti Venezia «è evidente la contraddizione fra il tenere insieme la discussione sul “numero chiuso” e al contempo dare il consenso alla realizzazione di migliaia di nuovi posti letto a ridosso del centro storico». Posizione che pone Confesercenti sulla stessa linea degli albergatori: «Mi sembra che la necessità, seppur comprensibile, di attrarre investimenti necessari alla riqualificazione di parti del nostro comune stia rischiando di farci perdere di vista il quadro complessivo, compromettendo qualsiasi soluzione al problema di Venezia», ribadisce Giussani.

Commissione in ritardo. «La commissione consiliare che studia da diversi mesi la questione e che ha ricevuto anche la nostra, rischia di arrivare fuori tempo massimo, perché non si troverà mai una soluzione efficiente agli effetti della monocultura turistica nella città storica, senza un progetto complessivo di trasformazione e sviluppo urbano che interessi Venezia, Mestre e l’area metropolitana».

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