Mestre, prof con la Tbc. Lo screening riguarda tre scuole
MESTRE. Docente ammalata di tubercolosi (Tbc), scatta lo screening per circa 220 studenti delle tre scuole medie dove insegna e dove quindi è stata in contatto con i ragazzi: la Fermi di Zelarino, la Marconi della Cipressina e la Volpi di Favaro Veneto, dove ieri si è tenuto l’incontro tra i responsabili dell’Usl 3 e i genitori dei circa venti studenti interessati. Alla scuola di Favaro Veneto infatti la docente - è a casa in malattia da novembre, ma la diagnosi di Tbc risale a venerdì - insegnava un solo giorno alla settimana, per due ore.
I rischi di un possibile contagio - hanno spiegato ieri i medici - sono molto bassi, prossimi allo zero. Ma per precauzione è stato chiesto ai genitori di dare il loro via libera allo screenig che, attraverso un tampone, permetterà di capire se vi siano stati casi di contagio.
«I medici tendono ad escluderlo», spiega la dirigente della scuola, Elisabetta Pistetto, «il confronto con i genitori è stato importante per far capire loro come stanno le cose». Dopo essere stata contatta dai medici dell’Usl, la dirigente scolastica ha contattato telefonicamente le famiglie degli studenti coinvolti.
E la settimana prossima inizierà lo screening, per quegli studenti i cui genitori avranno autorizzato il tampone. Lo screening è invece iniziato ieri alla suola media Fermi (due classi) mentre nei prossimi giorni sarà fatto alla Marcon (sei classi coinvolte). Sono ben diversi quindi i numeri dell’istituto comprensivo Parolari - cui entrambe le medie appartengono - che vede coinvolti circa 200 studenti.
Anche in questo caso, secondo i medici, i rischi di contagio sono bassi perché la docente, per via della sua materia, faceva poche ore in ogni classe. Lunedì, all’auditorium Lippiello di via Ciardi, si è tenuta la riunione, alla quale sono stati invitati i genitori degli studenti seguiti dalla prof.
A infuriarsi però sono stati i genitori degli altri studenti, che sono venuti a sapere del caso di Tbc chi dai giornali e chi dal passa-parola degli altri genitori. E infuriati si chiedono: «Perché lo screening non ha riguardato anche i nostri genitori?». Il dirigente della scuola, Tiziano Panizzuti, spiega: «Non appena saputo del caso dalle autorità sanitarie abbiamo informato subito le famiglie degli studenti interessati.
Ovviamente la decisione su quali e quanti studenti sottoporre allo screening non spetta alla scuola ma alla stessa Uls, che ha la competenza in materia». Una volta eseguiti i campioni sono necessarie tra le 48 e le 72 ore per ottenere i risultati. E capire così se ci siano degli studenti contagiati, ricordando però che non è così raro che, tra i test, possa esserci qualche falso positivo.
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