Mestre, nuovo Pronto soccorso all’Angelo. Dal Ben: «Già al lavoro per il progetto»

MESTRE. «Non basta l’ampliamento che abbiamo già previsto, sfruttando l’unico spazio a disposizione. Rischia di rivelarsi una soluzione tampone. Servirà realizzare una nuova struttura all’interno dell’area ospedaliera per un nuovo e più grande Pronto soccorso a Mestre. Stiamo lavorando per presentare il progetto in Regione».
Giuseppe Dal Ben, direttore generale dell’Usl 3 Serenissima, ieri mattina nell’audizione in terza commissione per la discussione sul nuovo piano socio sanitario regionale 2019-2023, ha confermato che per sostenere i numeri imponenti degli accessi al Pronto Soccorso di Mestre, urge realizzare un edificio nuovo. «Serve un edificio più grande», ha precisato, «piuttosto che aprire nuovi Pronto soccorso a Mestre», replica alla richiesta del M5s Davide Scano.
Gli accessi al Pronto soccorso di Mestre infatti continuano a crescere: più 2,9% nel raffronto tra 2017 e 2018 (dal primo gennaio al 16 aprile) contro il calo del 5,5 per cento di Venezia, al Civile. Oltre 27 mila accessi nei primi cinque mesi di quest’anno per un presidio d’urgenza che ha chiuso il 2017 con quasi 89 mila accessi contro i quasi 37 mila di Venezia, i 4.730 del Lido, i 44.708 di Dolo, i 41.454 di Mirano e i 29.340 di Chioggia. Per la 3 Serenissima si parla di 246.186 accessi l’anno da gestire. E a Mestre si sente il problema rilevante dei codici bianchi, legati ad interventi che in genere dovrebbero passare per gli studi dei medici di base e si trasformano in cure a pagamento al Pronto soccorso. L’attesa media nei 6 pronto soccorsi della Serenissima è di 4 ore esatte: a Mestre si attende di media 4 ore e mezza, al Lido appena un’ora e mezza.
Tra le novità c’è la nascita, oltre ai posti letto di Obi (osservazione breve intensiva), di quelli della nuova Obe, Osservazione breve estensiva. Posti in cui il paziente viene tenuto in attesa di dimissione per organizzare il trasferimento in strutture intermedie o attrezzare l’assistenza a casa con badanti o infermieri.
Riguardo la programmazione, Dal Ben ha rassicurato: confermati i 3,5 posti letto ogni mille abitanti (3 per gli ospedali per acuti e 0,5 per la riabilitazione) più i 0,6 posti letto ogni mille abitanti per le strutture intermedie. L’Angelo si tiene stretto il ruolo di hub provinciale per gli acuti, tra i 5 hub di riferimento veneti. Il piano conferma anche lo 0,2 posti letto ogni mille abitanti per i pazienti da fuori Regione. La distribuzione nel territorio della Serenissima vede il primato di Venezia e terraferma con 4,9 posti letto ogni mille abitanti (5,5 a Venezia e 4,7 a Mestre); 2,4 posti letto ogni mille abitanti per Dolo-Mirano; 2,7 posti letto per Chioggia.
Sedici le aree toccate dal Piano regionale che dopo l’approvazione da parte della giunta Zaia ha iniziato il suo iter di discussione, con varie audizioni, in quinta commissione regionale. Vari i temi che toccano il nostro territorio, ovviamente: dagli screening di prevenzione (che nel territorio veneziano, ammette il direttore generale, continuano a non prendere piede) ai numeri dei parti (oltre 2 mila a Mestre); la cronicità e l’assistenza domiciliare; il potenziamento degli interventi sulle malattie rare; la salute mentale che reclama attenzione e certezze.
Dal Ben sul fronte finanziario ha ricordato che l’azienda sanitaria veneziana è stata autorizzata dalla Regione, assieme ad altre due aziende venete, non all’obbligo di pareggio di bilancio ma allo sforamento fino a 70 milioni di euro. «Siamo a meno 68 milioni con ricavi per 1 miliardo e 256 milioni e spese superiori al miliardo», dice il direttore generale, ricordando il peso del progetto di finanza dell’ospedale di Mestre sui conti dell’azienda. Il finanziamento pro capite da parte della Regione è di 1.650 euro, dato confermato.
A livello di conferenza dei sindaci, il piano è sotto esame, spiega l’assessore alla coesione sociale Simone Venturini che ricorda a Dal Ben che c’è ancora tanto lavoro da fare: «Gli ospedali di comunità non sono decollati; serve un capitolo specifico del piano sulla disabilità; occorre riflettere sulle strutture intermedie; prevedere posti letto di sfogo e il tema dell’assistenza domiciliare merita approfondimenti», dice l’assessore, pronto al dialogo con l’Usl Serenissima.
«La guerra fredda del passato è archiviata», dice. Fondamentali le risorse come per le impegnative di cura . «Vanno aumentate e non tagliate a chi ha maggiori risorse come Venezia. Sarà fondamentale capirne l’applicazione».
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