Piersilvio muore di leucemia a 35 anni, si era sposato un mese fa
Piersilvestro Marrone era malato dal settembre 2023. L’addio a Mestre venerdì mattina. Il grazie a don Francesco

«Era il giorno più bello della nostra vita, nonostante tutto. Lui era allettato da molto tempo, ma quel giorno è riuscito a mettersi seduto e nei suoi occhi brillava una felicità che parlava più di mille parole».
Il 15 febbraio scorso, Alice Vian, 33 anni, e Piersilvestro Marrone, 35 anni, hanno celebrato un matrimonio speciale, fuori dall'ordinario, dopo 17 anni insieme: tra le mura della loro camera matrimoniale, con mascherine, due testimoni e un letto d’ospedale a sorreggere Piersilvestro, che da un anno e mezzo combatteva contro la leucemia.
A celebrare l’unione don Francesco, cappellano dell’Ospedale dell’Angelo, che aveva condiviso con il trentacinquenne le difficoltà della sua lunga lotta contro la malattia. Una battaglia che, purtroppo, si è conclusa lunedì scorso.
Originario di Pescara e residente in zona Taliercio a Mestre, era un geometra con una grande passione per l'innovazione e l'accessibilità.
Lavorava per l’agenzia My Bag di Marghera. Ma la sua vera passione risiedeva nei progetti per la mobilità accessibile: aveva collaborato con il Comune di Venezia per il rinnovo del Peba (Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche), contribuendo concretamente alla creazione di una città più inclusiva, con rampe e gradini abbassati e marciapiedi senza ostacoli.
Nel 2019 aveva fondato la startup "We Move On" con l’obiettivo di abbattere le barriere architettoniche a Venezia. Un progetto che nel 2019 aveva vinto il concorso Factorympresa di Invitalia, ottenendo un premio di diecimila euro, investiti nella promozione della startup.
Appassionato di informatica, «smanettone tecnologico» per usare le parole della moglie Alice, aveva studiato all'istituto Giorgio Massari per diventare geometra e aveva anche intrapreso gli studi per diventare architetto.
Nel settembre del 2023, la sua vita è stata sconvolta dalla diagnosi di leucemia, scatenatasi a seguito di un semplice intervento di rimozione del timo. Ricoverato subito, ha affrontato una lunga e difficile battaglia, con numerosi ricoveri e complicanze.
Quel che resta è il ricordo più bello della sua vita, il giorno del suo matrimonio, celebrato in una cerimonia intima e carica d’amore: «Abbiamo scelto un rito religioso perché siamo molto devoti – spiega la moglie – e, per necessità, abbiamo dovuto celebrarlo in casa: a occuparsi di tutto è stato don Francesco. È stato l’angelo custode di mio marito durante tutto l’anno e mezzo di ricovero. Mi sono messa seduta accanto a lui, mentre i nostri parenti ci seguivano in video collegamento».
Il ricordo del fratello trentatreenne Riccardo: «Sto ricevendo tantissimi messaggi: in ogni parola sento riflettere la sua educazione, la sua vitalità e la sua forza. È il fratello maggiore che tutti avrebbero desiderato avere».
I funerali venerdì, alle 9.30 nella Chiesa Santa Maria della Pace di Mestre: tutte le donazioni saranno devolute in favore dell’associazione Ail e alla Casa Sollievo della Sofferenza.
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