Mestre, lite e accoltellamento in via Carducci: residenti esasperati
MESTRE. La rissa finisce a coltellate, il ferito in ospedale e l’aggressore, subito fermato dalle volanti della polizia, dritto in carcere. L’episodio è accaduto sabato sera verso le 20.30 in via Carducci, all’altezza della fermata dell’autobus davanti alla sede della Telecom Italia dove poche ore prima, tra l’altro, si era sviluppato un incendio nel seminterrato che aveva visto i vigili del fuoco a lungo impegnati per mettere in sicurezza la sede.
Sono le 20 di sabato e nei pressi della fermata, sotto i portici, a due passi dal corner dei distributori automatici di bevande ci sono due uomini, di nazionalità rumena. Discutono: poi i toni si accendono, cominciano a litigare, a sbraitare, fino a quando uno dei due estrae un coltello dalla tasca dei pantaloni e comincia a menare fendenti. Prova a colpire al petto l’avversario, ma quest’ultimo riesce ad evitare i colpi. Poi l’aggressore punta in basso e colpisce il connazionale alle gambe, provocandogli ferite profonde, in particolare alle cosce. Poi scappa.
A lanciare l’allarme sono alcuni passanti: c’è un uomo per terra, che perde molto sangue. Sul posto arrivano l’ambulanza del Suem e le volanti della polizia. Il ferito viene messo sulla barella e trasportato al Pronto soccorso dell’ospedale dell’Angelo, dove gli vengono suturate le ferite e dove i medici parlano di una prognosi di una decina di giorni. L’aggressore invece, che i poliziotti individuano e fermano poco distante dal luogo dell’accoltellamento, viene fermato e arrestato, su disposizione del pubblico ministero Francesca Crupi, per lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale, visto che aveva cercato di sfuggire ai poliziotti. L’uomo, dopo essere stato portato in questura per accertamenti e per la foto-segnalazione, è finito in carcere a Santa Maria Maggiore.
Ora i poliziotti delle volanti dovranno cercare di capire i motivi che hanno fatto degenerare la rissa di via Carducci. L’aggressione arriva proprio il giorno dopo le segnalazioni dei residenti e dei commercianti della strada, preoccupati per lo stato di degrado in cui versa, per la presenza di molti ubriachi e senzatetto. Raccontava il portiere del condominio “Petrarca”: «Non ne posso più, sono estenuato. Lavoro qui da quarant’anni e una situazione simile non l’ho mai vista. Dal mio gabbiotto qui vedo tutto quel che fanno gli sbandati. Non possiamo neanche lasciare aperta la porta, perché è un rischio. Una volta una ragazzina è entrata, stava salendo per andare a casa e sotto le scale ha trovato uno di loro che aveva fatto i suo bisogni ovunque, era un lago. Ed era l’ora di pranzo».
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