Mestre, l’Ater conferma: «Via il mostro, abbattimento per la “Nave 1”»

I 40 inquilini delle case popolari di via Squero saranno trasferiti, al posto di case nel degrado nuovi alloggi privati. La torre verrà risanata dall’azienda

Mitia Chiarin
Il complesso della Nave 1 di via Squero
Il complesso della Nave 1 di via Squero

MESTRE. Per la “Nave 1” di Altobello, l’abbattimento diventa una certezza. «Dobbiamo abbattere questo “mostro” di case popolari sperando che non vengano più costruite case in un simile degrado», dice senza indugio il presidente dell’Ater Fabio Nordio che ieri ha incontrato i consiglieri comunali della quarta commissione che sta esaminando la petizione con 600 firme di cittadini che chiede al Comune di accelerare la conclusione, dopo un decennio, delle opere del contratto di quartiere.

La “Nave 1” di via Squero consta di 102 appartamenti. Solo 42 sono occupati regolarmente da inquilini Ater. Una ventina ospitano occupazioni abusive e il resto sono sfitti.

Il complesso di edilizia popolare ha così tante magagne accumulate negli anni che, ha ribadito Nordio, conviene abbatterlo e spostare in altri alloggi Ater i 42 inquilini regolari.

I residenti, molti anziani, sono preoccupati per il trasloco. E ieri lo hanno detto. «Le spese di trasloco saranno tutte a carico di Ater e il percorso non sarà immediato ma coordinato con un confronto con il comitato e i residenti, valutando per ciascuno la soluzione migliore. Oggi uno dei residenti mi ha espresso la voglia di andare a vivere a Burano. Ecco, vedremo di accontentarli tutti con il dialogo e senza azioni immediate», precisa.

Abbattimento, quindi, ma senza ricostruzione. I quasi 7 milioni di euro arrivati dalla Regione andranno alla rigenerazione della vicina Torre, con un’altra quarantina di alloggi Ater dove si interverrà con una riqualificazione energetica (cappotto esterno, nuovi serramenti, nuove caldaie) mentre la “Nave 1”, la cui demolizione ha un costo, stimato di 1,5 milioni, verrà ceduta a costruttori privati da Ater. Saranno loro ad abbatterla e a ricostruire appartamenti di edilizia privata. E gli inquilini Ater saranno spostati. «Non serve in questo quartiere costruire nuova edilizia pubblica», ribadisce il presidente di Ater che però evidenzia come Altobello guadagnerà moltissimo dal parco che nascerà dall’area ex Italgas, in corso di bonifica, e che rappresenterà un pezzo nuovo di città collegato al campus di Ca’ Foscari in via Torino.

Alla commissione, presente il direttore dell’Urbanistica Gerotto, Ater ha sollecitato di accelerare per arrivare entro l’estate ad un accordo di programma che consenta l’operazione di vendita e abbattimento della “Nave 1” con un cambio di destinazione d’uso. Scelta che motiva anche il no dell’azienda residenziale pubblica alla cessione di una porzione di area dove il Comune voleva piazzare i compattatori interrati dell’isola ecologica. L’area sarà venduta e il Comune dovrà individuare una nuova area e nel frattempo diventerà il proprietario dell’area di via Bissolati, oggi al centro di lamentele per la polvere,e che diventerà un parcheggio pubblico con area verde (ovviamente Ater chiede la monetizzazione, circa 900 mila euro). Ma non è finita qui: per le case delle Tettoie di via Fornace, finalmente liberate dalle transenne presenti dal 2012, ecco che c’è un primo accordo con Esu per allestire alloggi per studenti da assegnare da settembre. La parte di alloggi con bottega vede Ater alla ricerca di start-up interessate ad insediarsi. «Se non andrà in porto studieremo con Esu e Comune un’altra convenzione per alloggi da affittare a studenti ma in questo caso servirà una variante», dice Nordio.

La scaletta di lavoro di Ater è serrata e occorre velocizzare il confronto con il Comune per accordi di programma, cambi di destinazioni d’uso e varianti. Lorenzo Visentin del gruppo di ascolto si dice per la prima volta soddisfatto, dopo le polemiche contro la lentezza del Comune.

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