Mestre, l'anziana è stata uccisa per un debito di 100 euro

MESTRE. Francesca Vianello, 81 anni, è stata assassinata per cento euro. Soldi che aveva prestato a Susanna Lazzarini, 52 anni, la donna che l’ha uccisa. Susanna, detta Milly, è stata arrestata nella notte di Capodanno dagli agenti della Squadra mobile con l’accusa di omicidio volontario. Il delitto è avvenuto al termine di una lite scoppiata quando Susanna Lazzarini, martedì mattina, ha spiegato all’anziana che non riusciva a restituire i soldi. Aveva chiesto il denaro a Francesca perché,pur in grosse difficoltà economiche, voleva comunque fare un regalo ai due figli e acquistare da mangiare per Natale.
Susanna Lazzarini, figlia della migliore amica d’infanzia di Francesca, è vedova e vive con la pensione di reversibilità del marito e con quella della madre. Fa qualche lavoro saltuario. I due figli sono disoccupati. Susanna abita in via Rampa Cavalcavia 19, a 800 metri in linea d’aria dal civico 167 di Corso del Popolo dove si trova l’appartamento della vittima. Sia il questore Angelo Sanna che il capo della Squadra Mobile Angela Lauretta, se da una parte si dichiarano soddisfatti del lavoro svolto, dall’altra ribadiscono di essere tristi per una vicenda che riguarda la disperazione di una madre. Gli investigatori ricevono i complimenti del procuratore aggiunto Carlo Nordio. La storia inizia il 23 dicembre.
Susanna Lazzarini, in grosse difficoltà economiche, che si barcamena per garantire il minimo ai due figli e alla madre, è disperata. Vuole fare dei regali ai figli di 18 e 20 anni, disoccupati dopo alcuni lavori saltuari, e acquistare del cibo per festeggiare Natale. Ma non ha il denaro sufficiente. Si convince a chiedere un prestito di 300 euro a Francesca Vianello, amica d’infanzia della madre. Il 23 dicembre si reca dall’anziana. Le spiega la situazione e le chiede i 300 euro. Dopo una discussione Francesca accetta di consegnarle 100 euro che doveva restituire il prima possibile. Susanna accetta, nonostante lei abbia bisogno di 300 euro per poter acquistare il necessario per le feste. La restituzione è prevista per il 28 dicembre. Francesca racconta l’incontro ad alcune amiche. Appare turbata. Alla vigilia di Natale, Susanna torna alla carica. Si ripresenta a casa di Francesca e cerca con uno stratagemma di farsi dare gli altri 200 euro che le servono. Addirittura di più. Infatti spiega all’anziana di avere in borsetta una banconota da 500 euro e che, se Francesca ha il resto da darle, salda il prestito. Non se ne fa nulla. Trascorre il Natale e il 28 il giorno stabilito per la restituzione passa senza che avvenga nulla. Le due donne si accordano per l’indomani. Susanna deve recarsi dall’altra alle 9.30. Ma quella mattina si sveglia nervosa perché sa che non potrà restituire il denaro. Presa dall’ansia si reca da Francesca poco dopo le 8. Racconta, al pm Alessia Tavernese e agli investigatori, giovedì notte quando confessa il delitto, che Francesca le apre tranquillamente.
Le due donne bevono il caffè e fumano alcune sigarette. È in quel momento che Susanna spiega di non poter restituire il denaro. Le due iniziano a discutere. A un certo punto l’anziana comincia dire che lo avrebbe detto alla madre e ai figli. Susanna, presa dall’ira, l’afferra al collo con le mani. Stringe e l’altra capisce che se si vuole liberare della presa deve cedere sul prestito. Dice a Susanna che aveva ancora tempo per restituirle i soldi. Ma appena l’altra molla la presa, Francesca ricomincia a chiedere indietro i 100 euro o quantomeno i soldi che ha nella borsetta, e così si sarebbe chiusa la faccenda. Dice questo e si avvicina alla borsa di Susanna. Questa si ricorda che nella stessa ha un cordino preso per confezionare un piccolo presente a Francesca. Lo prende, lo avvolge attorno al collo all’anziana e lo stringe. L’anziana muore, lei le prende il bancomat e il codice Pin con il quale preleverà lo stesso giorno 500 euro. È riuscita a fare i regali ai figli. Ora è in carcere.
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