Mestre, la Tim trasloca. 500 dipendenti pronti a cambiare sede

MESTRE. Entro l’inverno Tim porterà a termine la grande operazione di trasloco dei propri reparti, svuotando la sede di piazzale San Lorenzo Giustiniani, tra Quattro Cantoni e Terraglio, alla Cipressina. Grande edificio che sarà dismesso. Forse per poi essere messo in vendita. I quasi 500 lavoratori e tecnici dell’azienda di telefonia si preparano a cambiare sede di lavoro, dividendosi tra gli uffici di via Torino, quelli di via Esiodo, laterale di via Bissuola, e gli uffici di piazzale Donatori di Sangue, in pieno centro a Mestre.
Sì perché la riorganizzazione, spiegano i delegati sindacali che stanno cercando di ridurre i disagi per i lavoratori che già convivono con i contratti di solidarietà dal 2010, significa anche la chiusura della storica sede di via Carducci. L’azienda si prepara a lasciare l’edificio che si affaccia sulle fermate del bus di via Carducci per spostarsi di pochi metri negli uffici ristrutturati di piazzale Donatori di Sangue. E in via Carducci c’è già chi si preoccupa: immaginarsi il grande atrio di accesso al palazzo della Tim senza guardiania e senza il via vai di dipendenti fa temere per l’avanzata del degrado. Facile ipotizzare l’arrivo di sbandati e senza tetto alla ricerca di un riparo nelle vicinanze della mensa dei poveri di via Querini.
Una ipotesi che potrebbe essere scongiurata se i proprietari dello stabile troveranno in fretta altri inquilini per il complesso.
Ma non si tratta di una impresa facile, evidentemente. I proprietari avevano anche offerto un affitto ribassato alla Tim del 40% purché rimanessero in via Carducci ma così non è stato. Ipotesi che per esempio ritroviamo citata in documenti sindacali dedicati alla chiusura della sedi aziendali di Mestre. La Fistel Cisl Venezia aveva sperato in un esito diverso: il mantenimento del contratto di affitto in via Carducci e l’utilizzo degli spazi liberi della centrale di via Miranese per scongiurare spostamenti fuori provincia. Incerto ora è anche il futuro del complesso di piazzale San Lorenzo Giustiniani che entro quest’ inverno verrà liberato di impiegati e tecnici. Cosa diventerà?
«Sempre meglio di un trasferimento a Padova», fanno sapere i delegati sindacali della Slc Cgil che seguono il trasferimento graduale nei nuovi open space.
Con il trasloco del personale, i problemi non mancano, segnalano i delegati sindacali della Cgil: «In via Esiodo per esempio ci sono problemi di collegamento con i mezzi pubblici. Dal centro di Mestre occorre prendere due bus. E ci sono difficoltà a trovare bar e locali che forniscano pasti al personale che lascia piazzale S.Lorenzo Giustiniani con al posto della mensa i buoni pasto», dicono.
«In via Torino il problema è che questa zona della città è oramai satura di presenze di grandi aziende: con il probabile arrivo degli uffici della Wind che si devono spostare da Marghera ci sono problemi di parcheggio oltre che di luoghi dove andare a fare la pausa pranzo», dicono i delegati Slc Cgil. In via Torino sono già presenti Enel, Poste, l’Università e ora arriveranno a gruppi anche i tecnici di Tim. E si attende Wind.
Un trasloco che apre una riflessione sullo sviluppo della città. Anche per la città che si ritrova con due grandi edifici, in piazzale Giustiniani e via Carducci, per i quali le funzioni sono da ripensare. —
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