Un nuovo fast food fusion a Mestre: l’idea di una società di bengalesi

Venerdì 10 gennaio l’inaugurazione del Gran Piave food court che punta a far rinascere l’ex Grand Central di piazzale Olivotti. Tra gli obiettivi, mettere un freno al degrado della zona

Marta Artico
Il Grand Piave in piazzale Olivotti a Mestre
Il Grand Piave in piazzale Olivotti a Mestre

«L’obiettivo è portare nuova energia al quartiere e diventare catalizzatore per la rinascita dell’intera zona». La dichiarazione d’intenti è di Shahadat Hossain, al vertice, assieme ad altri due soci, della società Masha Snc, che ha deciso di far rinascere l’ex Grand Central di piazzale Olivotti, il maxi progetto della famiglia Dal Poz, chiuso ad ottobre, che riparte come Gran Piave foud court.

I titolari del locale
I titolari del locale

I bengalesi che lo riapriranno, e che si sono accollati oneri e onori del progetto, caricandosi anche sulle spalle l’idea all’origine del suo lancio, ossia mettere un argine al degrado, non stanno nella pelle. E di entusiasmo ne hanno da vendere. Da giorni postano foto della rivisitazione degli spazi realizzata all’interno, scattandosi selfie mentre appendono l’insegna e definiscono gli ultimi ritocchi, in vista del taglio del nastro di venerdì 10 gennaio, in programma alle 17.

Un locale fusion, sul modello delle grandi città, un fast food rivolto a una clientela giovane: all’interno si potrà ordinare un hamburger come un burrito, panini piadine e piatti dal sapore più etnico che si sposano con la tradizione occidentale.

«Gran Piave» si legge nell’invito «si propone di diventare un punto di riferimento per la comunità locale, offrendo una esperienza culinaria unica e al contempo promuovendo iniziative che favoriscano la socializzazione, l’integrazione e lo sviluppo economico del territorio. La riapertura rappresenta un passo significativo verso la riqualificazione di un’area che merita di essere valorizzata e rivitalizzata».

Venerdì l’organizzazione illustrerà la visione e l’obiettivo alle istituzioni a tutti gli invitati, a più titolo coinvolti, svelando il cartellone di iniziative ed eventi, ma anche le strategie alla base dell’auspicata socializzazione. Invitate le comunità locali e le autorità cittadine, dall’assessore Simone Venturini all’assessore Sebastiano Costalonga, ed è probabile che l’evento catalizzi moltissime persone, curiose di vedere un pezzo di città che torna ad accogliere locali, ma anche e turisti, visto che via Piave è l’asse che porta in stazione.

I gestori dietro al bancone
I gestori dietro al bancone

A due passi si trova Ca’ dei Greci, ristorante greco, come recita il nome, che è riuscito a diventare nell’arco di qualche anno, uno dei locali più gettonati della città, punto di riferimento per chi ama divertirsi, stare in compagnia, passare una serata spensierata e perché no, ascoltare musica e qualche volta spaccare piatti, nel pieno della tradizione greca.

«Puntiamo sulla qualità e sugli ingredienti freschi, tutte le proposte sono fatte al momento» spiega Shahadat Hossain, nella ristorazione da diversi anni, tra Mestre e Venezia «ho intenzione di illuminare nuovamente questo pezzo di città, ce la stiamo mettendo tutta». Alcuni dei vecchi dipendenti, sia italiani che stranieri, sono rimasti. Venerdì l’inaugurazione, domani alle 7.30 l’apertura ufficiale con la colazione, poi il pranzo e gli aperitivi.

Massimo Dal Poz, colui che diede vita al progetto di riqualificazione dell’area sostenuto dal Comune, tuttora proprietario, sarà presente. «Mi auguro che la nuova gestione e il nuovo format trovino gradimento e riescano a catalizzare una maggior fetta di pubblico: cambiare può essere vincente, noi avevamo puntato sulla qualità. La nostra iniziativa poteva avere maggior fortuna, contavamo sulla città e su un afflusso del centro che non c’è stato».

Prosegue: «Speriamo che i nuovi ci riescano, anche perché oramai la loro cultura è predominante e sono in tanti anche in numero. È giusto che vadano avanti, vedremo se la scommessa funziona, io mi auguro di sì».

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