Spaccata con furto al negozio per animali a Mestre, è il secondo caso in quattro mesi
Ancora un assalto alla Cuccia, rubati cento euro di fondo cassa. Ma ci sono cinquemila euro di danni alla porta. Il titolare: «Ci toccherà dormire qui»
«Siamo qui, dietro al bancone, dalle 4.30 di stamattina e stanotte dovremo anche dormirci, perché basta una spinta per far venir giù di nuovo la porta. È il secondo caso in quattro mesi, abbiamo paura e siamo stanchi: già è difficile arrivare a fine mese, così ti passa proprio la voglia».
Massimiliano e Mario, che assieme mandano avanti il negozio per animali La cuccia Mestre, in corso del Popolo, lunedì 20 gennaio all’alba sono stati svegliati dall’allarme: un ladro, dopo aver distrutto il vetro dell’ingresso, si è intrufolato all’interno, ha sfondato il cassetto della cassa e portato via un centinaio di euro. «Più i danni alla porta», rimarca Massimiliano, «che saranno circa cinquemila euro».
I due sono furibondi anche perché, nella catena dell’emergenza, la scorsa notte non ha funzionato quasi nulla: «Alle 4.15 è scattata l’allerta “porta aperta”, ho chiamato la vigilanza privata che paghiamo apposta per queste evenienze e mi hanno risposto che stavano “monitorando la situazione”. La sirena però non si è attivata e qui non hanno mandato nessuno, tanto che quando siamo arrivati noi, un quarto d’ora dopo, il ladro era appena riuscito a entrare: l’abbiamo incrociato che scappava, aveva ancora in mano il martello».
A settembre il punto vendita era già stato assaltato, quella volta in pieno giorno: «Era in tarda mattinata, tanto che stavamo portando dentro il carico di un fornitore. Un uomo ha cercato di forzare la porta sul retro con un cacciavite. Per fortuna il cane ha abbaiato e siamo corsi a vedere, e lui ha preferito darsi alla fuga. Ma abbiamo paura: se avesse deciso di entrare a forza?».
L’esasperazione dei due negozianti deriva anche dai racconti dei vicini, spesso anche più sfortunati: «L’attività che c’era qui affianco se n’è andata da qualche mese, dopo aver subito più o meno cinque spaccate. Poco tempo fa il bar all’angolo ha subito lo stesso trattamento. Un altro negozio si è visto minacciare da un taccheggiatore: quando l’hanno scoperto è stato lui a mettersi a urlare, ha lanciato la merce ed è scappato, ma è un continuo. Abbiamo anche pensato di bloccare l’ingresso, di far accedere i clienti solo con il campanello, ma tanto non è una soluzione: come si è visto stanotte, alla fine qualcuno entra lo stesso. Abbiamo paura di uscire alla sera, con i soldi del fondo cassa. Abbiamo una dipendente, non ci fidiamo più di farle fare chiusura, di lasciarla da sola».
I carabinieri, la scorsa notte, sono intervenuti subito e hanno raccolto i filmati delle videocamere, però il ladro era incappucciato e a volto coperto.
«Il problema non è solo quello dei controlli», conclude Massimiliano, «Anche se sarebbero più efficaci dei pattugliamenti a piedi capiamo che non può esserci un poliziotto a ogni porta. Però non è neppure possibile che i criminali, una volta presi, restino impuniti. È davvero così che va applicata la legge?».
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