Mestre, ecco il "muro" dei nuovi hotel
MESTRE. Mestre piazza “apripista” per grandi gruppi alberghieri stranieri. Dietro l’investimento da oltre 70 milioni di euro su quattro alberghi, per 1.900 posti letto complessivi, in via Ca’ Marcello c’è l’avanzata di grossi gruppi stranieri dell’ospitalità. E se si discute dell’impatto delle nuove aperture su una città che convive con il turismo di massa che attanaglia il centro storico, occorre partire anche da qui per capire che un “governo” del turismo è tema urgente. Anche a Mestre. Che è per esempio la piazza scelta per il debutto in Italia di Plateno, colosso alberghiero cinese.
Arrivano i cinesi. Sul sito europeo, in compartecipazione con capitali tedeschi, ecco i numeri della catena: sedici marchi di hotel unici, 3.700 hotel e negozi che coprono più di 300 città in Cina e 80 milioni di programmi fedeltà, ovvero di clienti tesserati. Avere un grande albergo cinese in città significherà aprire le porte a un turismo che cresce a ritmi vertiginosi. Lo stesso ministro uscente Dario Franceschini, lo ha detto pubblicamente ricordando che nel 2016 erano stati 100 milioni i cinesi usciti dal loro Paese per una vacanza e un anno dopo il numero è salito a 140 milioni.
Il futuro parla di 500 milioni di cinesi, abbienti e giovani, in viaggio. E la prima meta è l’Italia. Da aprile 2019 quando aprirà l’albergo di Mestre, formula “7 Day premium”, è quindi facile stimare un continuo via vai di viaggiatori cinesi. Che, come si intuisce sempre dal sito, dormiranno a Mestre ma andranno a Venezia affascinati da gondole, Canal Grande, palazzi, che vengono loro mostrati nelle foto pubblicitarie. La società si sta espandendo in Asia sud-orientale, Europa, Cuba, Corea, Africa. Tra i clienti, con carte fedeltà, il 72% ha tra i 18 e i 35 anni.
Millennials ambìti. Sono i Millennials tra i migliori clienti per il settore degli alberghi stranieri. Puntano su di loro i cinesi ma pure i “veneziani” del Plaza che in via Ortigara stanno per aprire l’ostello di alta gamma, “Anda”.
Gli altri investitori. Nel cantiere di via Ca’ Marcello, un altro edificio sarà la seconda piazza italiana di sbarco di Leonardo Hotels, divisione europea della Fattal Hotels group dell’israeliano David Fattal, che conta 120 hotel in oltre 50 cuttà e che a Mestre apre un “quattro stelle” superiore. Gli altri due alberghi sono della austriaca Wombat’s, catena di ostelli su un target giovane, che punta ad aprire, in Italia, anche a Firenze, Milano e Roma. E poi ci sono gli appartamenti turistici della catena Staycity, anglo-irlandese.
Area stazione di Mestre. A fianco della stazione di Mestre, l’ex Palazzo delle Poste, che doveva diventare un albergo spagnolo, viene dato come opzionato dalla tedesca AO, la stessa che ha costruito l’ostello di via Ca’ Marcello e ha avviato i cantieri del secondo lotto, a fianco, portando le camere da 330 ad oltre 600, con i posti letto che passeranno da mille a duemila. Nell’ex Palazzo delle Poste è previsto un albergo ma l’intervento va concordato con Ferrovie e Comune con la rivisitazione del Masterplan, rifatto dal sindaco Brugnaro che punta ad una stazione ponte tra Mestre e Marghera.
Il caseggiato a fianco, più basso, che ospita la sede della polizia ferroviaria, è destinato ad albergo su 10 mila metri quadri da valorizzare.
Appartamenti overbooking. Che attorno alla stazione stia nascendo un quartiere degli alberghi e dell’ospitalità lo si intuisce anche dal tetto della Hybrid, la torre di 19 piani costruita da Francesco Fracasso. Ha aperto prima di Pasqua il sito internet di promozione dei 19 appartamenti turistici della “Sky tower suite”, gestiti dall’imprenditore veneziano Davide Cori che ha esperienza nel settore visto che lavora all’Ambasciatori e al Delfino di Corso del Popolo. Una notte alla torre, a seconda della formula scelta, costa da 136 a 198 euro della Executive. E «siamo già in overbooking», dicono dallo staff.
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