Con un coltello in centro a Mestre, arrestato e poi espulso
Botte e minacce agli agenti della polizia locale: «Vi ammazzo, vi stacco la testa». Il Comitato per la sicurezza ha deciso una stretta contro le armi da taglio
Vagava per il centro di Mestre brandendo un coltellaccio da cucina, 34 centimetri di lama affilata sulla pietra, e quando è stato bloccato dagli agenti della polizia locale non ha esitato a scagliarsi contro di loro, con insulti, minacce, ma anche calci e pugni.
Ha finito per essere arrestato e accompagnato a Roma, in un centro per il rimpatrio, in attesa di un volo che lo riporti in Tunisia.
Martedì sera, proprio mentre in prefettura si svolgeva il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica che stabiliva di attivare nuovi controlli mirati alla ricerca delle armi da taglio che sempre più spesso vengono usate per chiudere i litigi tra gli sbandati della terraferma veneziana, la centrale operativa della Locale attivava un’allerta a tutte le radiomobili mestrine: erano le 17.45, alle 20 il giovane nordafricano segnalato è stato bloccato dagli uomini del comando del Tronchetto tra via Cappuccina e via Fogazzaro; il 23enne, che ha rifiutato di mostrare i suoi documenti, è stato perquisito e addosso gli è stato trovato il coltello che aveva già spaventato più di un passante.
Caricato a forza sull’auto di servizio, lo straniero ha provato a strangolarsi con la cintura di sicurezza.
Accompagnato negli uffici della Locale, il giovane di origini tunisine si è fatto anche più aggressivo: «Se vi trovo senza divisa vi ammazzo», urlava agli agenti, «Vi stacco la testa»; poi si è scagliato, a testate, contro le pareti e contro l’apparecchio di fotosegnalazione, quindi ha aggredito gli operatori.
Mercoledì mattina il 23enne è apparso davanti alla giudice Giulia Caucci, difeso dall’avvocato Martino Sforza; a contestargli il porto abusivo d’armi, la resistenza e i danni la pm Daniela Moroni.
Per lui è stato deciso l’obbligo di dimora, la firma quotidiana e il coprifuoco tra le 19 e le sei del mattino; tutte misure che, in realtà, sono state superate dal nulla osta all’espulsione, concretizzata già nel pomeriggio con la partenza di due radiomobili veneziane alla volta del Cpr capitolino.
Il coltello da cucina che il giovane aveva addosso non è il primo dello stesso tipo che la Locale ha scoperto a Mestre: nella notte di Capodanno una lama di dimensioni simili - e ugualmente affilata sula pietra, così da tagliare la pelle al minimo fendente, senza bisogno di forti affondi - è stata recuperata in un’aiuola di piazzale Donatori di sangue, dove gli agenti erano intervenuti per sedare alcuni disordini; pochi giorni prima un altro coltello era stato trovato in piazzale Da Vinci e, prima ancora, un altro era stato segnalato abbandonato su un balcone che affacciava sui giardini di via Piave.
Armi di questo tipo, insomma, sembrano essere diventate le preferite degli sbandati e dei tossicodipendenti, e non è difficile capire perché: facili da acquistare, altrettanto semplici da brandire, specie se rese più pericolose con un minimo intervento, possono essere sbandierate in una rissa per farsi largo anche tra più avversari.
E non è escluso che sia stata una simile dinamica a ridurre in fin di vita il 24enne tunisino che alle tre del mattino di domenica è stato soccorso dal 118 in viale Vespucci, dopo un pestaggio a Marghera: forse lo confermerà ai carabinieri lui stesso, dopo essere stato dimesso ieri dall’ospedale.
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