Mestre città delle bici: sono oltre 3.500 in centro
Contate ieri in due ore in sette postazioni di controllo: «Mestre è città per le due ruote, ora i cantieri»
Foto Agenzia Candussi/ Chiarin/ Mestre, via Dante/ Pista ciclabile
MESTRE. Il “conta-biciclette” della Fiab, la Federazione Amici della bicicletta di Mestre è tornato ieri mattina a conteggiare il numero di ciclisti che usano la due ruote per muoversi a Mestre. «Dati che confermano che Mestre è una città a misura di biciclette e che serve ora migliorare la rete ciclabile per rafforzare il risultato perché da tempo sul potenziamento di reti e servizi si è sostanzialmente fermi», commenta Miriam Guida, presidente della storica associazione cittadina che ieri mattina ha inviato 20 volontari in sette diversi punti della città a conteggiare i passaggi di cicli, in entrata e uscita verso il centro. Due le ore di rilevazione, tra le 7.30 e le 9.30 del mattina.
I risultati. Si sono contati in due ore 3.549 cicli in transito. Un dato che se raffrontato con quello del 2016, quando vennero contate 4.136 biciclette, denota un calo ma se raffrontato con il 2015, denoota un incremento. Due anni fa le bici furono 3.243. «Al dato sfuggono molti transiti che non passano per il centro di Mestre o che utilizzano varchi diversi o scorciatoie. Il dato medio si è stabilizzato: la media è di 500, 600 passaggi in due ore». Il che significa che in otto ore si può arrivare a quasi 15 mila cicli. «Dato molto positivo, che potrà aumentare solo se nei prossimi anni il Comune avvierà quella fase di cantieri che ha promesso di fare», aggiungono la Guida e Biagio D’Urso.
Foto Agenzia Candussi/ Chiarin/ Mestre, viale della libertà/ Pista ciclabile
Le zone più affollate. Il primato dei passaggi di bici va al varco tra via Caneve e Bissuola con 716 passaggi. Complice la giornata di mercato e il bel clima, Bissuola si piazza al primo posto. Ma manca una ciclabile e molti tratti d’asfalto presentano pericolose buche. Al secondo posto troviamo il varco tra Castellana e Terraglio con 619 transiti: in via Castellana la ciclabile è tra le più belle della città. Il Terraglio reclama invece da anni la conclusione della pista. Il varco Garibaldi-Fradeletto si piazza al terzo posto superando la storica pista di via Dante, che collega a Marghera e alla stazione. 524 bici in entrata e uscita da Carpenedo nonostante una ciclabile stretta e molto odiata. 510 i passaggi in via Dante, dove i ciclisti fanno i conti ora con i problemi di sicurezza del sottopasso da Marghera e con la chiusura, da mesi, della pista in via Querini. Alto il passaggio di ciclisti dalla Gazzera (481 in due ore) a testimonianza del fatto che se vengono chiusi i passaggi a livello per il progetto Sfmr occorre trovare una soluzione intelligente per le bici. Tanti i ciclisti dalla Miranese: 354. Molti usano il sottopassodi via Giustizia verso la stazione. Fanalino di coda, il varco Viale S.Marco-via Zanotto dove sono passate in due ore solo 171 bici. Segnale che urgono manutenzioni e migliori raccordi per il centro.
Nuove ciclabili. Insomma le nuove piste sono necessarie, anche per tappare i “buchi” della rete. Il Comune, con l’assessore Renato Boraso, ha promesso interventi per altri 11 chilometri durante questa settimana della mobilità: ad ottobre l’inaugurazione della pista per Venezia e l’apertura della Vallenari bis. Slitta ad ottobre l’apertura delle buste per i cantieri in via Altinia. Nel 2018 è previsto il completamento del percorso ciclabile su via Zanotto e la realizzazione del percorso della Valsugana, a Chirignago, sull’ex ferrovia assieme al completamento dei percorsi tra via Brendole e via Gatta. Il Terraglio scalpita per riavere i fondi, tolti, per terminare i cantieri. In progettazione è il ponte dietro il campus universitario di via Torino verso Forte Marghera e dal Patto per Venezia arrivano i soldi per il ponte tra San Giuliano e Pili, tutto da progettare. «I progetti in realizzazione e previsti per il 2018 sono però stati pensati e finanziati dalla giunta precedente con il nostro lavoro», ci tiene a precisare l’ex assessore Ugo Bergamo.
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