Mestre, centri commerciali: serrande giù a Santo Stefano e Capodanno

Accordo tra i colossi della distribuzione che quest’anno resteranno chiusi, così come gli Alì. Supermercati Despar aperti il 26
Shopping natalizio alla Nave de Vero a Marghera
Shopping natalizio alla Nave de Vero a Marghera

VENEZIA. La corsa ai regali di Natale è già scattata, così come il count down in vista delle festività. Quest’anno, per la prima volta, i tre grandi colossi dello shopping che accerchiano il centro cittadino spartendosi le uscite della tangenziale, hanno anticipato che chiuderanno sia il 26 dicembre, giorno di Santo Stefano, sia il primo dell’anno, ossia l’1 gennaio. C’è chi come la Nave De Vero, il più grosso e ultimo arrivato, l’ha già comunicato e messo nero su bianco sul sito internet, chi invece attende di farlo sapere ufficialmente ai dipendenti.

Tutti nei centri commerciali, Romea bloccata


Accordo informale. L’anno passato a Mestre si era scatenata una battaglia tra i centri commerciali, che attendevano l’ultimo momento per capire cosa facesse l’uno e cosa l’altro, e l’amministrazione. Tanto che di mezzo ci si era messo il comune di Venezia, il quale aveva chiesto che i colossi dello shopping prendessero una decisione unitaria e rispettassero le feste. L’assessore comunale Renato Boraso, aveva chiamato una per una le insegne per far conoscere la volontà dell'amministrazione e del sindaco. Alla fine si erano convinti quasi tutti. Quest’anno, invece, prima ancora che i sindacati gridino allo scandalo, i tre più grossi centri commerciali hanno fatto sapere che non terranno aperto, e lo hanno comunicato in anticipo. Una sorta di accordo non scritto, un equilibrio da mantenere, perché se anche solo uno cambiasse idea all’ultimo, allora potrebbero farlo tutti e tre. «Questo atteggiamento di cui cogliamo la positività», commenta l’assessore Boraso, «sta a significare che le pressioni psicologiche hanno funzionato ed è passata la linea dell’amministrazione. Insomma, la lezione dell’anno scorso è servita affinché le varie strutture abbiano trovato un accordo a tutela della famiglia e dei lavoratori. Di questo ringraziamo i centri commerciali». Auchan chiuso primo gennaio e 26 dicembre, dicevamo, Valecenter anche, Nave de Vero idem. Ciò non toglie che in vista del Natale e dell’anno nuovo, ci saranno maratone dello shopping, aperture protratte anche fino a tardi, orari modificati per consentire a tutti di fare acquisti compere e regali last-minute. Chiuso nel cuore pulsante della città, anche il centro commerciale Le Barche

Iper e supermercati. Una partita diversa quella dei supermercati e degli ipermercati, anche all’interno delle stesse catene commerciali e templi dello shopping. Le grandi insegne che dispongono di più punti vendita decideranno dove tenere aperto, ad esempio in alcuni siti strategici come Venezia, località turistica per eccellenza, e dove chiudere o ridurre l’orario. I due punti vendita veneziani della Despar di Riva del Carbon e Cinema Italia saranno aperti il 26 dicembre, così come l’Interspar di via Torino per garantire il servizio ai clienti, chiuderà quella di via Paccagnella. Il 31 dicembre l’orario sarà ridotto. Chiusi sia a Santo Stefano che il primo gennaio i supermercati della catena Alì. Aperti, come oramai da qualche anno, saranno invece i tantissimi negozi di stranieri della città, che non osservano le nostre festività e che rimarranno rigorosamente aperti sia a Natale che il primo dell’anno.

Le categorie plaudono. Non è tutto, ma sicuramente è già un buon inizio. «Quest’anno c’è accordo tra i tre grandi centri commerciali», commenta Doriano Calzavara (Ascom-Confcommercio), «sono contento, perché è sicuramente un passo avanti. Ripeto, sono felice per le mie collaboratrici, per i dipendenti, che sono persone che tante volte alla domenica non stanno con famiglia. Io aggiungo che sono fermamente convinto che si debba rimanere chiusi anche il primo maggio e il 25 aprile».

«È un piccolo segnale che apprezziamo», commenta il direttore veneto di Confesercenti, Maurizio Franceschi, «un tentativo di rispettare i calori della comunità, dal momento che non si vive di soli consumi e di negozi aperti. Speriamo che questo segnale di attenzione sia l’inizio di un cambiamento di rotta».

©RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia