Mestre, centri commerciali aperti il primo novembre

Festa dei Santi con lo shopping. I piccoli negozianti: «Sono in regola, ma così non va bene»
MESTRE 16/10/2005 Centro Le barche domeniche aperte....(C) Bertolin Matteo richiesto da BOLIS MESTRE 16/10/2005 Centro Le barche domeniche aperte
MESTRE 16/10/2005 Centro Le barche domeniche aperte....(C) Bertolin Matteo richiesto da BOLIS MESTRE 16/10/2005 Centro Le barche domeniche aperte

di Marta Artico

Centri commerciali aperti anche il primo novembre. Oramai ci si è talmente abituati alle aperture no-stop dei colossi dello shopping, che trovare le porte sempre aperte è diventato la normalità.

Quest’anno i centri commerciali saranno operativi, come fosse un giorno qualsiasi, anche per la festività di Ognissanti il primo novembre, che cade di giovedì, fine settimana lungo e ottimo per un viaggio di un paio di giorni, anche se molti restano in città per andare venerdì a trovare i propri cari in cimitero. Portare un mazzo di fiori e rendere decorose tombe e lapidi.

Quest’anno la festa dei santi dovrà fare i conti con i negozi aperti. Il centro Auchan e Le Barche a Mestre, il Valecenter di Marcon, il Panorama di Marghera saranno pronti a ricevere i clienti mentre i piccoli negozi, che da quando la deregulation è diventata una realtà hanno cercato di adeguarsi a fatica, decideranno a seconda dei clienti e delle forze a disposizione.

Il tutto mentre la Corte Costituzionale non ha ancora deciso sulla possibilità di aprire come e quando si vuole dopo i ricorsi ai Tar presentati in varie regioni dalle associazioni di categorie dei negozianti. Si attendeva un responso per la metà di novembre, invece è stato deciso di rimandare la decisione all’anno prossimo, qualcuno sostiene si arriverà addirittura a marzo. La grande distribuzione avrà carta bianca ancora per tutte le festività natalizie, il periodo più importante dell’anno per le compere e si è già aperto il dibattito più che sulle aperture, sui giorni di chiusura. Per ora di sicuro, c’è solo il 25 dicembre.

«È una situazione che abbiamo denunciato mesi fa», interviene il presidente di Confcommercio Veneto, Massimo Zanon. «Siamo consapevoli che, senza regole, molte delle tradizioni consolidate saranno ignorate, sia domeniche qualsiasi sia domeniche che dal punto di vista religioso hanno un significato diverso. Continuare a pensare che tutto ciò che era buono prima non lo è più ora, non è un passo avanti. La modernità non si raggiunge così. Chi tiene aperto in date che fanno più scalpore di altre è nella legittimità dell’impresa, nonostante noi restiamo dell’idea che non tutto debba diventare occasione di business. A oggi la deregulation non ha portato un aumento di assunzioni. L’unica certezza che ci lascia il rinvio del pronunciamento della Corte costituzionale, è la confusione».

«Lo slittamento in avanti della decisione», commenta il direttore della Confcommerico mestrina, Dario Corradi, «è già un segnale. Non sono a conoscenza delle motivazioni, ma come diceva Andreotti, a pensare male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca. Il fatto poi che la decisione venga presa tanto tardi, può far intervenire anche il consolidamento della situazione. Stupirsi delle aperture è superfluo, in termini di legge lo possono fare. La gente oramai non ci fa più caso e d’altro canto le persone possono scegliere se andare in un negozio o fare dell’altro, il problema rimane per chi deve lavorare, per i negozianti e per gli operatori della distribuzione». «I dati parlano chiaro» ribadisce Maurizio Franceschi (Confesercenti) «le aperture domenicali non aumentano il fatturato».

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