Mestre, Casa dell’Ospitalità al completo. «I centri sociali aprano le porte»
Ferrovie non fa dietrofront, le stazioni rimarranno chiuse in questi giorni di gelo, la protesta dei centri Rivolta-Morion e del Coordinamento studenti medi non è riuscita a far tornare sui suoi passi la società. I manifestanti mercoledì sono rimasti fino alle 23, poi se ne sono andati. Nessuno dei senzatetto è rimasto all’addiaccio, per lo meno quelli che si ritrovano fuori dalla stazione di via Piave dove è andata in scena la manifestazione con tanto di striscioni. L’assessore Venturini lancia la proposta: «Se sono così generosi e vogliono risolvere il problema, aprano i centri sociali».
Senzatetto. La morsa del freddo non accenna ad allentarsi. E nel frattempo sono molte le persone in difficoltà, che potrebbero risentire delle temperature rigide. «Nessuno dei senzatetto che assistiamo in stazione è rimasto per strada», spiega il direttore della Casa dell’Ospitalità, Francesco Pilli. «In base al nostro progetto», chiarisce, «abbiamo offerto 34 posti letto, che poi sono diventati 40 in caso di necessità. Di fronte a questo freddo siamo passati, in accordo con l’amministrazione, a un approccio elastico e in queste serate di temperature rigide abbiamo ospitato 45 senzatetto».
Più di così, è impossibile. «Abbiamo dei limiti, anche rispetto alla capienza della struttura. Questi numeri non sono mai stati raggiunti negli anni passati da nessuno, 45 accoglienze richiedono impegno e noi ce lo mettiamo: avevamo delle stanze nuove a disposizione, ci siamo dotati di brandine da campo che avevamo preso sapendo che poteva succedere». Continua: «A chi non vuole venire o per vari motivi propri rimane fuori, abbiamo portato tappetini termici, coperte di montagna per far fronte al freddo potenziando il servizio sia qualitativamente che quantitativamente». Aggiunge: «Abbiamo limiti di numeri, la struttura non ne può accogliere ancora. Noi facciamo la nostra parte, impegniamo il personale che dà il massimo, tiriamo la corda di fronte a questa situazione di cui sentiamo la responsabilità, più di così non possiamo».
Il Comune. A passare per “senza cuore”, come è stato appellato, Venturini non ci sta. «Al mio insediamento l’emergenza inverno prevedeva 24 posti», chiarisce l’assessore alla Coesione sociale Simone Venturini, «il progetto tanto decantato dalla sinistra ne prevedeva 24, sono stato io a portare il numero a 34, ho fatto un bando che confermava questa cifra e oggi l’abbiamo portata a 45 nelle notti di maggiore emergenza, ripeto, solo grazie alla giunta Brugnaro sono quasi raddoppiati i posti per i senza dimora». Prosegue: «Abbiamo garantito docce e pasto caldo alle persone. Non solo: abbiamo attivato un lavoro per sei ex senza fissa dimora, che oggi hanno un contratto regolare per l’emergenza inverno, senza contare coperte, brandine, kit scalda corpo per chi per scelta o per altri motivi non vuole andare a dormire alla Casa dell’Ospitalità. A queste persone forniamo tappetini isolati, coperte, aumentiamo l’assistenza. Sappiamo che non sono esaustivi questi posti, ma sono molto più di quanto ha fatto il centrosinistra. Dire che il comune non è attento ed è senza cuore è ingeneroso».
Centri sociali. Venturini va all’attacco. «Visto che sono così bravi», dimostrino che il servizio senza dimora non gli interessava solo per i soldi, che aprano il Centro Rivolta che è grande ed è del comune, invece che protestare contro l’amministrazione. Altro che striscioni davanti alla stazione, se hanno tante energie da spendere, aprano Morion e Rivolta, che sono patrimonio pubblico del comune di Venezia, sono grandi e spaziosi, che facciano i generosi sempre».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia