Mestre bocciata dai consumatori: poca animazione e park scomodi

Indagine promossa da Comune e categorie: esercenti e clienti molto critici sul cuore della città. Scarsa capacità di attrarre gente da fuori, promosse l’area pedonale e la gentilezza dei commercianti

MESTRE. Èuna città che non riesce a richiamare visitatori da fuori, subisce la concorrenza dei centri commerciali più che dei vicini centri storici, è penalizzata dalla scarsa animazione, dalla difficoltà di trovare parcheggio e e che però ha come punto di forza un’area pedonale ritenuta bella e una buona qualità dei negozi. È quel che pensano i consumatori del centro di Mestre ben più ottimisti degli stessi commercianti, convinti quest’ultimi di vivere e lavorare in un centro in declino: per otto su dieci nell’ultimo anno è peggiorato.

Il progetto. L’indagine sulla percezione di consumatori e negozianti sul centro della città è stata presentata ieri in municipio: è il primo passo del progetto “Mestre Cuore della terraferma”, bando regionale finanziato con 150 mila euro dalla Regione, ai quali si aggiungono oltre 150 mila euro messi da Confesercenti e Confcommercio, e altri 67.000 dalla Camera di Commercio per un totale di 372 mila euro. Lo studio rappresenta il punto di partenza del tavolo per la rivitalizzazione del centro commerciale di Mestre, cui partecipano comune e associazioni di categoria, con la guida dell’architetto Elena Franco, esperta di marketing territoriale. L’indagine è stata condotta dal 4 al 10 giugno da quattro intervistatori su 504 consumatori e 250 negozianti. E scatta una foto con più ombre che luci.

Chi fa acquisti in centro? La risposta è semplice: i mestrini, e in particolare quelli che abitano in centro, mediamente con un alto grado di istruzione, e che raggiungono piazza Ferretto e dintorni a piedi, in bici, o con un paio di fermate di autobus o di tram. Oltre sei due dieci dei consumatori intervistati sono infatti residenti a Mestre, tre su dieci abitano nei comuni confinanti, come Spinea o Marcon, o comunque vicini, e frequentano Mestre per lavoro, solo uno su cinque arriva con l’auto. La capacità di attrarre persone da fuori è prossima allo zero, anche se i principali concorrenti non sono i centri storici di Padova o Treviso, ma le grandi aree commerciali, e tra tutte quella dell’Auchan, seguita dal Vallecenter.

Il giudizio. Il 60%dei consumatori si dice insoddisfatto o molto insoddisfatto del centro di Mestre, percentuale che raggiunge il 91,3% tra i commercianti. Per i consumatori i problemi principali riguardano l’animazione, il costo delle aree di sosta, la segnalestica per raggiungere i parcheggi e la sicurezza, mentre tra i punti di forza ci sono l’area pedonale, la gentilezza dei negozianti e gli orari di apertura.

Chi sono i negozianti? Presente in città da più di dieci anni, in affitto, soddisfatto del posto in cui si trova ma sicuro che gli affari quest’anno andranno peggio. Critico con la politica dei parcheggi e preoccupato dalla delinquenza perché ha provato sulla propria pelle cosa vuol dire essere derubato. È questo il profilo del negoziante tipo che lavora in centro a Mestre. E che resiste, nonostante il giudizio generale circa il centro di Mestre sia insoddisfacente (nel 52% dei casi) o anche molto insoddisfacente (nel 39,3% dei casi).

Le riflessioni. «Avere dei dati oggettivi è oggi fondamentale», dice Alberto Capuzzi, della Camera di Commercio, «perché in un momento di scarsità di risorse come quello che stiamo vivendo, ci permette di indirizzare e ottimizzare le scelte in modo strategico e fare così investimenti più mirati». A partire delle iniziative programmate: «Ce ne sono anche di ottima qualità, ma spesso i negozianti non le apprezzano. È un dato sul quale tutti dovremo ragionare», dice Maurizio Franceschi, della Confesercenti, e l’indagine presentata ieri, coordinata da Alessandro Martinini, direttore della direzione Commercio di Ca’ Farsetti, è il punto di partenza. Con l’obiettivo, per dirla sempre con Franceschi, «di dare competitività a un centro della città fortemente compromesso dalla grande distribuzione».

Quel bus per la Nave... «Ma come si fa», dice Dario Corradi dell’Ascom, «se l’amministrazione continua a sostenere i centri commerciali? Solo pochi giorni fa abbiamo saputo che, con l’arrivo del tram al Panorama il Comune aveva già deciso non di sopprimere la vecchia linea 13 del bus, ma di portarla alla Nave de Vero. Mentre raggiungere il centro di Mestre in auto è praticamente impossibile».

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