Mestre, appartamento a fuoco: «Va processato l’inquilino, giocava con l'accendino»

L’incendio del 2015 in via Camporese sembrava causato da un corto circuito: per la pm il responsabile sarebbe un uomo che usò l’accendino vicino al letto

MESTRE. In un primo tempo si era parlato di un corto circuito. Ma le indagini disposte dalla pubblico ministero Francesca Crupi e delegate ai vigili del fuoco hanno fatto emergere che non c’era alcun problema elettrico nell’appartamento al civico 61 di via Camporese, a Carpenedo, in un complesso dell’Ater. La sera del 13 luglio 2015, a provocare il rogo che aveva comportato anche l’evacuazione dell’intero condominio per consentire i soccorsi e le verifiche del caso, secondo la Procura sarebbe stato lo stesso inquilino che avrebbe utilizzato l’accendino troppo vicino al letto per motivi non meglio accertati. Il fuoco avrebbe attecchito sulle lenzuola e si sarebbe poi propagato al resto dell’appartamento invaso dal fumo e parzialmente danneggiato dalle fiamme. Per questo la pubblico ministero ha firmato la richiesta di rinvio a giudizio a carico dell’inquilino S.T., accusato di incendio colposo. La posizione dell’uomo verrà vagliata prossimamente dal giudice per l’udienza preliminare.



A dare l’allarme erano stati i vicini di casa dell’uomo. Proprio grazie a loro, S.T. era riuscito a uscire molto impaurito ma incolume dall’incendio del proprio appartamento. Gli accertamenti successivi avevano evidenziato come l’alloggio dell’uomo, al secondo piano della palazzina, avesse riportato danni ingenti, mentre il resto degli appartamenti non fosse stato interessato dalle fiamme. Unico problema, il forte odore di fumo che per qualche tempo era rimasto nel condominio. Sul posto erano intervenuti, oltre ai vigili del fuoco, anche gli agenti delle volanti e l’ambulanza del Suem, ma S.T. alla fine non aveva avuto bisogno di essere portato al pronto soccorso. I pompieri avevano dovuto lavorare alcune ore prima di riuscire a smassare le suppellettili bruciate e a verificare la presenza di eventuali altri focolai. Ora che le indagini sono chiuse e che la pubblico ministero ha chiesto il processo, il prossimo passo sarà l’udienza preliminare. S.T. potrà anche scegliere un rito alternativo per evitare il dibattimento.

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