Anziana di 104 anni derubata in casa da due uomini conosciuti al bar

Singolare colpo in un’abitazione in città. Il pm ha chiesto di arrestare una coppia di operai, uno dei quali con precedenti

Roberta De Rossi
L'esterno del tribunale di Venezia
L'esterno del tribunale di Venezia

Un furto in casa dal bottino assai ricco e con molte singolari circostanze non ancora chiarite. Vittima, una signora di ben 104 anni residente nel centro di Mestre, derubata nell’agosto dell’anno scorso di 80 mila euro in contanti - che teneva in una busta, dentro la madia in cucina - e di alcuni gioielli.

Un’azione fulminea, immortalata dalle telecamere della strada, che hanno visto due uomini con il volto travisato entrare nel condominio dopo aver aperto il portone con le chiavi, per riuscirvi pochi minuti dopo: segno che sapevano dove andare a cercare. Nessuna traccia di scasso sulle porte dell’abitazione.

Chi ha detto loro dove l’anziana teneva il suo “tesoro”? Questa resta per ora domande senza risposta, anche se dev’essere una persona che ben conosceva le abitudini della donna e, al contempo, aveva contatti con i due uomini che sono stati indagati - nell’ambito delle indagini, partendo proprio dalle riprese dell’impianto di videosorveglianza - con l’accusa di furto aggravato dall’ingente bottino e dall’età della vittima. E, ancora: i ladri come sono entrati in possesso delle chiavi di casa?

Una storia che è emersa nell’ambito dell’interrogatorio “preventivo”, previsto dalla neo riforma Nordio, che prevede che per tutta una serie di reati l’ordinanza di custodia cautelare sia eventualmente firmata solo dopo aver interrogato gli indagati e non prima. In questo, il pubblico ministero Giorgio Gava ha chiesto il carcere per i due uomini accusati del colpo, due operai napoletani da anni residenti a Mestre: Giuseppe Scelzo ha una lunga serie di precedenti per droga e rapine al suo attivo (tra le quali quella famosa alla Tupperware di Ponzano), con lui accusato del furto è l’incensurato Giacomo Sannino.

Entrambi difesi dall’avvocato Mauro Serpico, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al collegio di tre giudici per le indagini preliminari. Nulla di fatto, quindi, ai fini della difesa e nelle prossime ore la giudice per le indagini preliminari Claudia Ardita dovrà decidere se firmare o meno l’ordinanza con la misura cautelare, che sia il carcere richiesto dal pm, arresti domiciliari o una misura minore.

Le indagini hanno chiarito che un incontro fortuito al bar c’era stato tra Scelzo e Sannino e l’anziana, accompagnata dalla figlia. Un caffé, due chiacchiere: si conoscono come habituèe del locale. Poi gi umini accompagnano le due donne alla macchina, per aiutarle a salire. Secondo l’accusa, i presunti ladri si sarebbero appropriati delle chiavi di casa, dopo aver visto il mazzo nella “tasca” sulla portiera dell’auto. È la stessa anziana a sospettarlo. Circostanza, questa, negata dalla difesa. Contro uno dei due indagati, alcuni tatuaggi che sono stati immortalati dalle telecamere.

 

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