Mestre al sicuro dalle “bombe d’acqua” grazie alla nuova vasca di prima pioggia

Inaugurato il completamento dell’impianto fognario di via Torino con la realizzazione dell’impianto idrovoro: un’opera di primaria importanza per la sicurezza idraulica del territorio 

Marta Artico
MESTRE:..ALLAGAMENTI C.O DEL POPOLO:..17/6/11 LIGHT IMAGE allagamenti
MESTRE:..ALLAGAMENTI C.O DEL POPOLO:..17/6/11 LIGHT IMAGE allagamenti

MESTRE. La terraferma, nello specifico l’area a sud di Mestre, da oggi è al sicuro dalle cosiddette “bombe d’acqua” che non molti anni fa hanno messo in ginocchio parte della città.

Inaugurato dal sindaco, Luigi Brugnaro, mercoledì mattina,  il completamento dell’impianto fognario di via Torino, con la realizzazione della vasca di prima pioggia e dell’impianto idrovoro: un’opera di primaria importanza per la sicurezza idraulica del territorio e la salvaguardia dell’ambiente.

Il sistema fognario della Terraferma del Comune di Venezia è formato da un’unica rete di condotte di tipo misto che recapita le acque bianche e nere negli impianti di depurazione.

Il bacino sotteso dall’impianto di via Torino ha un’estensione di 140 ettari: è delimitato a nord dal canal Salso, a est da via Cappuccina, a sud dalla ferrovia e si chiude con l’impianto nel quale confluiscono le acque raccolte attraverso un grande collettore largo 3 metri e alto 2 realizzato sotto la sede stradale di via Torino.

Il nuovo impianto è costituito da una vasca di prima pioggia, con un diametro di 35 metri e 13 metri di profondità utile, in grado di contenere 12.500 metri cubi di acqua (12 milioni e mezzo di litri).

Questa vasca consente di trattenere, durante le piogge intense, il primo flusso inquinato dal lavaggio delle strade e degli stessi collettori fognari per inviarlo successivamente al trattamento nell’impianto di depurazione di Campalto. C’è poi un impianto idrovoro che, una volta riempita la vasca con le acque inquinate di prima pioggia, garantisce lo smaltimento delle acque in arrivo all’impianto con una portata di 10 metri cubi al secondo (10.000 litri) che si aggiungono agli attuali 3,5 metri cubi al secondo allontanati dall’idrovora del Consorzio di bonifica.

Le acque di seconda pioggia – cioè quelle che cadono dopo che la prima pioggia ha lavato gli inquinanti dal terreno – dopo essere state sollevate dall’impianto idrovoro confluiscono in un nuovo collettore che scarica nel canal Salso.

Per mitigare l’impatto ambientale l’intero impianto è stato interrato e la superficie seminata a verde.

L’opera (i lavori hanno preso il via a inizio 2020) è stata finanziata dal Comune di Venezia con 8 milioni di euro del Patto per lo sviluppo di Venezia poi confluito nel Fondo di sviluppo e coesione 2014 - 2020.

La Direzione Ingegneria di Veritas ha curato sia la progettazione che la direzione lavori. I lavori sono stati eseguiti delle imprese VPS per le opere civili e GPG per le opere elettromeccaniche.

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