Mestre, addio ad Alessandro Benettelli maestro orologiaio di viale San Marco
Da qualche anno in pensione, la bottega era rimasta la sua casa e aggiustare orologi la sua grande passione tramandata ai figli

E’ mancato all’età di 68 anni Alessandro Benettelli, per tutti il maestro orologiaio di viale San Marco, titolare del Centro di assistenza al civico 98, che porta il suo nome.
Non c’era ingranaggio, anche più piccolo e complesso, di cui non conoscesse il funzionamento e non c’era orologio che non sapesse aggiustare. Per lui gli orologi erano libri aperti, che maneggiava con delicatezza anche ad occhi chiusi.

Da qualche anno era andato in pensione, ma il negozio era pur sempre la sua casa, i clienti i suoi amici. E c’era sempre qualcuno che avesse bisogno di un consiglio.
Veneziano doc, il padre era custode della scuola d’arte dei Carmini, trasferitosi in terraferma, aveva imparato il mestiere della riparazione sul campo, nelle botteghe dei più famosi mastri orologiai veneziani.
Il suo maestro, che gli aveva più di tutti insegnato l’arte della riparazione orologiaia, era stato Giuseppe Discardi, che amava ricordare e che aveva fatto di lui un grande orologiaio.

Nel 1982 aprì il Laboratorio orologeria Benettelli in viale San Marco, dove è sempre rimasto, assieme all’amico e socio scomparso da qualche anno, Franco De Martin. Negli anni il fondatore della ditta di famiglia, è stato affiancato dai suoi figli Jacopo e Luca, che seguendo gli insegnamenti del loro maestro-papà, hanno continuato la tradizione portando alla seconda generazione di orologiai il laboratorio famiglia.
A Mestre i laboratori di orologiai sono pochissimi, si contano sulle ditta di una mano, un mestiere sempre più difficile e in via di estinzione.

Fino a che tre anni fa non è arrivato il Covid e poi la malattia, Benettelli ha sempre continuato a dare una mano ai figli. «La bottega era la sua vita, da sempre» racconta il figlio Jacopo. Un uomo pieno di passioni, dalla musica - suonava batteria, basso, chitarra - agli sport all’aria aperta.
Amava il tiro al piattello, il tiro a segno e il tiro al volo. Ed era, per questo, pieno di amici con le sue stesse passioni. Allo stesso tempo era un appassionato di fotografia, tanto da dar vita ad alcune esposizioni. E poi c’era l’amore per la montagna e per l’altopiano di Asiago e quello per la sua famiglia e per la moglie Rita, i figlie nipoti e le nuore.
Il funerale si svolgerà giovedì alle 11 nella chiesa di San Lorenzo, del Duomo di Mestre.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia