Mestre: 4.200 candidati al palsport per 8 posti da infermiere

Un concorso dell'Usl scatena la corsa al sogno del posto fisso. Candidati da tutta Italia: un'ora per 70 domande
Foto Agenzia Candussi/ Furlan/ Mestre, stadio Taliercio/ Concorso pubblico per infermieri
Foto Agenzia Candussi/ Furlan/ Mestre, stadio Taliercio/ Concorso pubblico per infermieri

MESTRE. Più di 4.200 candidati, il 70% degli iscritti, in fila per un posto da infermiere: ci sono voluti due turni al palazzetto dello sport Taliercio di Mestre per ospitare i tanti candidati arrivati da tutta Italia, chi in aereo dalla Sicilia e chi in pullman da Lecce, dopo un giorno e mezzo di viaggio. Obiettivo: entrare nella graduatoria dalla quale l’Usl 3 Serenissima attingerà per i prossimi tre anni per l’assunzione di personale infermieristico. Una giornata di test, stress e anche polemiche tra i candidati per il modo in cui è stata gestita la prova, con lunghi ritardi nell’avvio delle prove rispetto all’orario indicato nelle convocazioni spedite via e-mail.

Preselezioni. In palio ci sono 8 posti, ma quello che conta davvero è riuscire a entrare nella graduatoria. «Qui in Veneto in tre anni vanno quasi tutte esaurite», assicura un candidato. La giornata di ieri è stata dedicata alle pre-selezioni, la prova più dura da superare, perché ne rimarranno solo 1200. A gestire la prova, per conto dell’Usl Serenissima, è stata la società Psychometrics di Padova.

Un'ora per un sogno. Un’ora di tempo - dopo tre di attesa - per rispondere a settanta domande a risposta multipla di carattere sanitario e infermieristico. Il primo turno, con inizio alle 8.30, riguardava 2950 candidati - ne sono arrivati poco meno di 2000 - ed è iniziata verso mezzogiorno, anche per alcuni ritardi nel controllo dei documenti per accedere alla prova. La seconda, prevista per le 14.30, è iniziata invece non prima delle 18. In questo caso sono stati oltre 2.200 i presenti.

Disagi e polemiche. Una giornata che non è stata esente da disagi e polemiche, soprattutto per le centinaia di candidati che sono arrivati dal Sud - da Lecce, Palermo, Trapani - molti dei quali con più di 12 ore di viaggio sulle spalle, costretti ad attendere prima dell’inizio della prova. «Ritardi in questi casi ce ne sono sempre», raccontano alcuni ragazzi arrivati dalla Puglia, «ma rispetto ad altri concorsi che abbiamo fatto questo è stato tra i più disorganizzati».

Il caso del codice a barre. I fogli della scheda anagrafica (con nome e cognome), delle domande del test (il cui ordine era diverso per ogni candidato) e delle risposte, riportavano lo stesso codice a barre stampato, così da poter collegare il candidato all’esito della prova. La lettura della prova avverrà in modo informatico, tuttavia il fatto di aver consegnato i tre documenti nella stessa busta, rendendo quindi subito identificabili candidato e prova, ha sollevato perplessità tra i candidati. «In molte altre prove», raccontano, «la scheda anagrafica con il codice a barre e il test, con il medesimo codice a barre, vengono consegnati, alla fine della prova, in due plichi distinti. In questo modo invece chiunque aprirà il plico associerà quella prova al nome». Dubbi insensati, secondo l’Asl: «I codici a barre stampate su tutti i fogli», fanno sapere dagli organizzatori, «sono la garanzia della correttezza». Segnalazioni in merito sono arrivate anche all’Ipasvi di Venezia e il presidente Luigino Schiavon ha rassicurato i colleghi: «Questa è una pre-selezione, non un concorso: la procedura è corretta, la stessa che, per esempio, è stata utilizzata a Treviso».

E ora che succede? La prova di ieri è solo la prima tappa del percorso che porterà almeno una parte dei candidati a lavorare nelle corsie degli ospedali veneziani. A passare alla prova scritta, che determina l’inizio del concorso vero e proprio, saranno i primi 1200, più gli eventuali ex aequo. Per conoscere gli esiti della prova di ieri basterà aspettare pochi giorni: saranno resi noto il prossimo 30 marzo. Alla prova scritta seguiranno quella pratica, quella teorica e il colloquio. Poi, per i più bravi, nei prossimi tre anni, si apriranno le corsie degli ospedali veneziani. f.furlan@nuovavenezia.it

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