Mestre, 24 posti letto in cento metri quadrati
Strutture alberghiere in nero, un altro affittacamere illegale scoperto dalla polizia locale. Questa volta, davanti alla stazione ferroviaria e gestita da cinesi è stata individuata dagli agenti scoperta una struttura che in cento metri quadri ospitava ventiquattro posti letto.
La polizia locale, nell’ambito dei controlli che svolge per frenare l'espandersi delle attività ricettive irregolari, lunedì scorso ha scoperto un affittacamere abusivo gestito da cinesi che ospitavano esclusivamente connazionali, in un appartamento di circa 100 metri quadri. L’appartamento, allestito con 22 posti letto, in condizioni igieniche al limite della praticabilità, si trova all’interno di un fabbricato multipiano che si affaccia sul piazzale della stazione ferroviaria.
Nell’alloggio, al momento dell’arrivo dei vigili urbani, c’erano cinque letti in una camera di circa quindici metri quadrati, altrettanti letti in una camera di circa diciassette metri quadrati, due letti matrimoniali in una camera di poco superiore agli 11 metri quadrati e nella quale un armadio e delle tende separavano i due doppi letti. C’erano inoltre sette letti in un soggiorno di circa ventidue metri quadrati, dei quali uno doppio e circondato alla meglio con arredi per garantire un po’ di privacy. E per finire, un letto nel corridoio, proprio dietro alla porta d’ingresso. L’appartamento ha un unico bagno a disposizione degli occupanti e nel corridoio c’era un tavolino con sedie e con sopra uno scaldavivande. Ognuno si arrangiava per mangiare e la struttura era utilizzata da cinesi in viaggio nel nostro Paese, arrivati a Mestre per visitare poi Venezia.
Al momento dell’arrivo degli agenti di polizia locale, una delle persone presenti nell’appartamento, prima di uscire, per l’ospitalità ricevuta ha consegnato 50 euro alla delegata del referente dell’alloggio. In quel momento erano ospitate sette persone. I canali di contatto dei potenziali clienti sono gestiti per mezzo di una rete capillare di conoscenze. Questo tipo di servizio è del tutto simile a quello scoperto alcuni anni fa negli appartamenti del fabbricato di via Piave 161, il cosiddetto “Palazzo giallo”, gestiti dal cinese Luca Keke Pan.
Il proliferare di affittacamere cinesi è iniziato con la presenza di Pan che aveva acquisito diversi appartamento non solo in via Piave, ma pure nelle vie contermini. Appartamenti che Pan, poi dava in gestione ad altri connazionali che gestivano le strutture.
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