Mercurio nella falda Bottacin al contrattacco

Mogliano. L’assessore regionale all’ambiente risponde ai tre sindaci interessati «L’inquinamento si sta spostando e non ampliando, non ci sono pericoli»
gian paolo perona- perona- bottacin
gian paolo perona- perona- bottacin

MOGLIANO. La Regione al contrattacco: l’assessore Giampaolo Bottacin risponde per le rime alle accuse dei sindaci sul caso mercurio. All’indomani del vertice a palazzo Balbi, giudicato dai sindaci «deludente», Bottacin mette nero su bianco la posizione dell’ente regionale e replica alle critiche formulate dal trio Preganziol, Mogliano, Casier. Emergono così sostanziali distanze nell’interpretare il fenomeno: «È falso che la Regione non abbia aiutato o non aiuti i Comuni», esordisce Bottacin, «ma il problema è un altro». Il sindaco di Preganziol,Paolo Galeano, l’assessore all’ambiente di Mogliano Oscar Mancini e il sindaco di Casier Miriam Giuriati, in questa fase chiedono soprattutto al presidente Zaia e ai colleghi di giunta di fare qualcosa in più.

«Sulla questione mercurio», prosegue Bottacin, «dopo aver stanziato risorse non indifferenti per l’ampliamento delle reti acquedottistiche, abbiamo finanziato uno studio tramite Arpav, che ha evidenziato come l’inquinamento sia presente nelle falde più profonde e derivi o da emissioni che verosimilmente potrebbero risalire anche a diverse decine di anni fa, o addirittura a cause naturali. Lo stesso studio evidenzia che l’inquinamento si sta spostando, e non “ampliando” come affermato dall’assessore all’ambiente di Mogliano». Bottacin, inoltre, spegne le speranze dei tre comuni coinvolti dalla contaminazione dell’ottava falda, che chiedono alla Regione di co-finanziare la ricerca delle cause dell’inquinamento, scoperto nell’ormai lontano 2010.

«Tale richiesta che non tiene conto del lavoro fatto fino ad oggi da Arpav», risponde Bottacin, «che ha ben descritto il fenomeno, ma che per motivi oggettivi e dimostrati non ha potuto evidenziare la causa: stiamo parlando di probabili pochi litri di mercurio dispersi in milioni di litri di falda. Arpav sta procedendo alla datazione di questa falda in pressione con analisi isotopiche», spiega l’assessore regionale, «dall’esito di queste sofisticate indagini, si potrà comprendere meglio l’origine del fenomeno. La ricerca delle cause, secondo Arpav, è estremamente difficoltosa, perché va svolta su un territorio molto esteso a monte e a profondità continuamente variabili: pertanto nel confronto con i sindaci, ho evidenziato che investire somme di denaro pubblico in ricerche molto complicate e che porterebbero a evidenziare origini antropiche o, non è ancora escludibile, naturali, comunque molto distanti nel tempo, e non aiuterebbero a far pagare al colpevole i danni. In ogni caso», conclude, «la Regione continuerà a monitorare l’inquinamento non trascurando di cercarne le cause».

Matteo Marcon

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