Mercato ortofrutticolo con piscina annessa C’è l’incognita risorse

Mevorach entra nel progetto portando in dote l’area che doveva ospitare il Palais Lumière in via delle Macchine
Di Mitia Chiarin

Trentamila metri quadri di area in via delle Macchine, a Marghera, che comprendono anche una darsena e in cui potrebbe trovare posto un edificio di 13 mila metri quadri per il nuovo mercato ortofrutticolo di Mestre, un bar ristorante con uffici e una piscina con una vasca di circa 30 metri, perfetta anche per le partite di pallanuoto. La proposta, valore sui 28 milioni di euro, formalizzata dalla proprietà dell’area, il fondo Lucrezio in cui figura anche l’imprenditore cittadino Andrea Mevorach (in causa da anni con Ive per l’acquisto di un terreno non bonificato), è finita sul tavolo della discussione con il Comune di Venezia che entro la metà di maggio deve individuare dove trasferire il mercato ortofrutticolo. La proposta del fondo Lucrezio piace al consorzio dei 12 grossisti del mercato. «Abbiamo già spiegato negli incontri con il Comune che è questa la soluzione che per noi è perfetta. Molto meglio di Fusina. Lo spazio progettato viene incontro a tutte le nostre necessità, come la presenza di refrigeratori, e a nostro avviso è questa la vera soluzione del problema del trasferimento del Mof», dice il presidente Paolo Rovoletto. Il mercato di Mestre, dicono i ben informati, oggi tratta solo il 4 per cento delle merci, una posizione minoritaria rispetto agli altri mercati veneti. «Ma siamo pronti ad impegnarci per svilupparlo, perché nonostante la crisi e l’andamento in calo di tutti i mercati , le cose non vanno male e ci sono ampi margini di miglioramento e di ingresso di nuovi soci», spiega.

Il progetto preliminare realizzato dalla Ai-Progetti-Architettura di Mestre (architetti Massimo Furlan, Andrea Borini e gli ingegneri Antonio Alessandri e Valentina Corras) comprende anche la piscina, quella che Marghera attende da anni e che fin dai primi progetti del Porto per via delle Macchine era prevista in questa zona. Bocche cucite in Comune. «Si tratta di un percorso sotto verifica», dice il vicesindaco Sandro Simionato. La partita è nelle mani del vicedirettore generale del Comune, Luigi Bassetto. «Si stanno valutando le varie proposte avanzate e presto verrà presa una decisione», dice Bassetto. Di sicuro c’è una cosa, si valuterà l’offerta economicamente più vantaggiosa e deve essere il Comune a comperare l’area. Di mezzo ci sono i rapporti da tempo difficili con Mevorach. Ma il mercato di via Torino entro dicembre si deve spostare per consentire alla Campus (società della Mantovani) di realizzare le torri per la residenza universitaria. Per l’area il Comune ha incassato 26 milioni di euro più l’area di via Porto di Cavergnago (valore 10 milioni) dove si voleva spostare il Mof. Ipotesi tramontata per il no dei grossisti e del consiglio comunale. Poi si è fatta strada l’ipotesi di spostare il mercato alla piattaforma logistica in area portuale a Fusina, (altro progetto di una società della Mantovani). Ma gli spazi ristretti per i grossisti e la lontananza dalla darsena (800 metri) hanno portato i grossisti a dire di no. Ora si deve trovare una vera soluzione, dopo anni di attesa e rinvii. Il progetto del Fondo Lucrezio di Mevorach interessa un pezzo dell’area che doveva servire al progetto, poi, tramontato del Palais Lumière di Pierre Cardin.

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