Mercatino, canone triplicato La minaccia: «Ce ne andremo»

Il bric-à-brac una volta al mese propone un centinaio di hobbisti in Corso del Popolo che ogni volta dovrebbero pagare 142 euro. «Ci avevano rassicurato, invece vogliono i soldi addirittura in anticipo»
MESTRE: MERCATINO CORSO DEL POPOLO: 3/9/11 LIGHT IMAGE mercatino - chiamate scuola
MESTRE: MERCATINO CORSO DEL POPOLO: 3/9/11 LIGHT IMAGE mercatino - chiamate scuola

MESTRE. All’inizio dell’anno gli espositori del mercatino bric-à-brac, che c’è una volta al mese in corso del Popolo, si erano lamentati dell’aumento del 300% delle tariffe per l’occupazione del suolo pubblico e in particolar modo per l’asporto rifiuti. Dopo l’articolo della Nuova Venezia l’ufficio Tributi del Comune si era affrettato, verbalmente, ad assicurare i commercianti che nulla sarebbe cambiato.

Oggi invece Luigi Scocco, a nome di tutti, sottolinea come il Comune, tramite lettera protocollata e a lui inviata si stia rimangiando la parola: «Un gruppo di noi partecipanti, in qualità di hobbisti», racconta, «ha avuto, a suo tempo, un incontro con un dirigente dell'ufficio tributi del Comune, che ci aveva garantito un interessamento al fine di rivedere un po’ queste tariffe spropositate, ma a tutt’oggi senza alcun esito positivo».

Sembra, invece, che non solo le tariffe siano rimaste invariate (142 euro per ogni mercatino e non si capisce se la responsibilità degli aumenti sia dovuta al Comune o a Veritas), ma ora stanno arrivando anche i bollettini di pagamento anticipato. La situazione è spinosa; in tanti anni che esiste questa manifestazione non si erano mai visti arrivare i bollettini di pagamento prima di svolgere i mercatini, a cadenza mensile. In pratica il Comune vuole far pagare le presenze agli operatori, prima che si svolgano le manifestazioni e anche se non si presentano per malattia o altri motivi. «Se per svariati motivi», continua Scocco, «un operatore non si presenta, quello stesso posteggio viene assegnato provvisoriamente a qualcun altro e quindi il Comune ci guadagna due volte».

Sembra che il Comune stia facendo di tutto per far desistere gli operatori a partecipare a questa manifestazione, che di questo passo rischia di morire togliendo a Mestre un piccolo pezzo di storia. «Sottolineo», prosegue il portavoce, «che ogni volta che avvengono questi aggiustamenti al regolamento comunale, noi non veniamo mai interpellati e informati, e ci mettono davanti a fatto compiuto».

Questa è la situazione che si è venuta a creare. Il Comune sembra disinteressato a tenere viva una manifestazione ormai tradizionale che attira un centinaio di hobbisti, a differenza di molti altri Comuni che cercano di incentivare in tutti i modi questi mercatini che fanno anche da volano all’economia, perché portano in città molti curiosi. Alla fine Scocco sottolinea un’ulteriore problematica: «Se aggiungiamo anche il costo del parcheggio direi che il quadro è completo. Se vogliono eliminare il mercatino ce lo dicano senza tanti giri di parole. Troveremo spazi in altri comuni e risparmieremo soldi e tempo».

Gian Nicola Pittalis

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