Menù sbagliato, bimba in ospedale Pasticceria condannata a risarcire

Celiaca di sette anni assaggia un piatto di pasta contenente glutine e manifesta sintomi sospetti «Fatto di tutto per scongiurare l’episodio, ricorreremo in appello contro la pena di duemila euro»
Di Gianluca Codognato
Pasticceria Loredana, viale San Marco, Mestre.
Pasticceria Loredana, viale San Marco, Mestre.

Duemila euro di risarcimento. È questa la somma che la pasticceria Loredana di viale San Marco dovrà pagare alla famiglia di un bambina celiaca che nel 2007, all’età di 7 anni, aveva mangiato un piatto di pastasciutta contenente glutine durante una cena di carnevale in villa Loredana a Casale, rischiando così lo choc anafilattico. Il giudice di pace di Mestre ha rilevato le responsabilità da parte del fornitore del catering, che per quell’occasione aveva garantito tre menù, come richiesto dai clienti: uno per adulti, uno per bambini e uno senza glutine. Adesso la pasticceria Loredana ricorrerà in appello, convinta di non avere colpe in merito all’accaduto e considerando spropositato il risarcimento, metà del quale conteggiato come danno morale.

La vicenda risale a febbraio 2007, ma la sentenza del giudice di pace è arrivata qualche giorno fa, dopo che in questi anni sono falliti alcuni tentativi di accordo fra le parti. «I miei clienti», spiega l’avvocato Gianmaria Daminato, «avevano organizzato per Carnevale un festa in villa Loredana. La pasticceria Loredana ha fornito il catering, per il quale erano previsti tre menù, uno dei quali privo di glutine, perché la figlia dei miei assistiti è intollerante. Quando è stata servita la pasta al pomodoro, i genitori della bambina si sono preoccupati per il colore, ma non hanno fatto in tempo a intervenire: la piccola ha mangiato alcuni bocconi e ha cominciato a manifestare sintomi sospetti, tanto da essere portata d’urgenza in ospedale».

Qualche giorno fa, è arrivata la sentenza di condanna nei confronti di Loredana Catering sas che dovrà risarcire con duemila euro (più interessi e spese legali) la famiglia della bambina. «Ricorreremmo in appello», annuncia l’avvocato della pasticceria, Andrea Niero. «Abbiamo fatto un’offerta di 500 euro per chiudere la questione, ben sapendo che in sede civile l’onere della prova spetta al fornitore del servizio, ma in una situazione del genere è difficile dimostrare che è stato fatto tutto il possibile per scongiurare un episodio del genere. Loredana Catering ha fatto ciò che era stato chiesto, presentando i tre menù differenziati. A tavola, però, come testimoniato anche dai camerieri, c’erano dieci bambini e nella confusione c’è stato di sicuro uno scambio di piatti fra di loro. In sede civile, però, questa circostanza è praticamente indimostrabile. Dal certificato medico dell’ospedale risulta poi che la bambina è stata rilasciata poco dopo senza aver riscontrato alcuna sintomatologia e senza prescrizioni mediche. Insomma, la quantificazione del risarcimento non è giustificata».

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