Mensa scolastica, scatta la protesta a Mestre
MESTRE. Negli ultimi giorni la società Ames ha inviato un messaggio ai genitori per ricordare di iscrivere i figli al servizio mensa scolastico entro ieri 31 luglio, ma in moltissimi di proposito non lo hanno fatto. La recente sentenza di Torino (n. 1049 21/06/2016), quella sulla possibilità per i genitori di preparare il pranzo a casa per i figli come fino ad adesso non era consentito, ha creato infatti un precedente.
Nell’ultimo anno l’aumento dei buoni pasto è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha portato più volte allo sciopero del panino, organizzato dal «Coordinamento Protesta Mensa e Buoni Pasto», dai «Comitai Mensa» e dai «Comitati Genitori». Le proteste, oltre a chiedere di diminuire il costo del servizio e a non rinnovare Ames in scadenza nel 2017, chiedevano all’amministrazione di lasciare che i genitori preparassero il pranzo a casa e alle scuole di munirsi di uno spazio per i bambini che non accedevano al servizio.
«Dato che non è stata fornita alcuna informazione in merito alle modalità in cui gli organi istituzionali preposti intendano gestire l’attuazione del “diritto di scegliere tra la refezione scolastica e il pasto domestico” – hanno scritto i genitori in un comunicato – non abbiamo iscritto i nostri figli. La sentenza rimanda agli enti amministrativi locali l’adozione delle “misure organizzative” necessarie a rendere esercitabile questo diritto e noi stiamo aspettando che ce le rendano note».
Già lo scorso anno e anche di recente, l’amministrazione si era dimostrata favorevole a lasciare che i bimbi si portassero il cibo da casa: «Si sono sempre detti favorevoli a parole – replicano i genitori – ma noi vogliamo i fatti e, prima di procedere all’iscrizione, vorremmo conoscere che cosa intende fare l’amministrazione, in modo da avere la possibilità di scegliere».
Molti genitori temono infatti che, una volta iscritti i figli, non possano più scegliere e chiedono che vengano subito rese trasparenti le intenzioni del Comune.
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