Meno offerte e bollette care, il duomo di Mirano resta al freddo
MIRANO. Parrocchia costretta a tagliare luci e riscaldamento del duomo. Non solo scuola, sanità ed enti pubblici: la spending review entra anche in chiesa e cambia la vita dei fedeli. Da un lato le bollette sono sempre più care, dall’altro la crisi delle famiglie si ripercuote anche nelle offerte raccolte in duomo. Così non rimane che spegnere i termosifoni dell’antico duomo, che per la prima volta, questo inverno, saranno avviati solo poco prima dell’inizio della messa. In duomo infatti la questua si è ridotta in un anno di circa il 15%, dopo che nel 2011 il calo era stato praticamente identico. In due anni insomma circa il 30% cento in meno di colletta in una voce di bilancio che rappresenta una delle entrate principali per la parrocchia. Segno dei tempi, adesso però le conseguenze saranno percepibili da tutti. Nei giorni feriali le messe del mattino saranno trasferite nella piccola scoletta a fianco del duomo, più piccola e veloce da riscaldare. La chiesa arcipretale resterà comunque aperta, ma sarà riscaldata solamente il sabato sera per la messa prefestiva, poi la domenica e negli altri giorni festivi, oltre al lunedì mattina, quando maggiore è la frequentazione a causa del mercato. Negli altri giorni della settimana il duomo resterà al freddo e chi vorrà pregare in silenzio di fronte all’altare dovrà farlo ben imbacuccato. La parrocchia ha visto ridursi drasticamente l’ammontare delle offerte raccolte in chiesa durante le funzioni, ma anche quelle lasciate per le celebrazioni di funerali, battesimi e matrimoni. Un taglio netto alle entrate, non compensato da un altrettanto calo delle spese: restano sempre alte le bollette a carico della parrocchia, che oltre alla chiesa si trova a dover riscaldare la casa Santa Bertilla, con le aule per il catechismo, la canonica, la scoletta, il patronato San Pio X e la casa in montagna, oltre a garantire la manutenzione di edifici spesso datati, a cominciare dal vecchio campanile. Domenica dal pulpito è così partito l’appello alla generosità rivolto ai fedeli per un patrimonio che in città è di tutti. «Le strutture a servizio della comunità sono tante e grandi», ricorda il parroco don Lino Regazzo, «e tutte hanno il loro costo, specialmente il restauro del patronato. Finora, con la collaborazione dei miranesi, siamo riusciti a farvi fronte. In futuro non lo sappiamo». Parroco e collaboratori pastorali confidano ora nel Natale, quando a tutti i miranesi sarà recapitata la tradizionale busta per le offerte.
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