Meno nutrie, più pantegane

La caccia ha dimezzato i «castorini» che erano un freno per i ratti: danni ingenti alle semine di mais e soia
Coppia di nutrie sul Naviglio a Dolo
Coppia di nutrie sul Naviglio a Dolo
 DOLO.
Diminuiscono le nutrie per abbattimento, e ora aumentano pantegane, tortore e piccioni che devastano le colture di mais e soia provocando danni di diversi milioni di euro. A denunciare questa situazione sono Paolo Capuzzo e Fabio Livieri rispettivamente responsabili di Coldiretti di Riviera del Brenta e Miranese. «Il problema dell'esplosione del numero di ratti - dice Livieri - si è verificato questa primavera. I topi e i piccioni hanno mangiato il 30% delle sementi nei campi di mais e soia. I paesi più colpiti sono quelli dell'area sud della Riviera: Campolongo, Campagna Lupia, Camponogara e la zona agricola a ridosso della laguna a Mira. Anche nell'area di Mirano e Noale e Scorzè i danni non mancano a soia e mais, ma qui le pantegane o le nutrie non c'entrano. Sono soprattutto i volatili a causare danni. Qualche danno si è verificato anche al frumento, ma di lieve entità». Ma cosa ha causato la crescita esponenziale del numero delle pantegane? «Bisogna fare qualche riflessione - spiegano gli esponenti di Coldiretti - sulla caccia che si sta facendo alla nutria con l'abbattimento indiscriminato. Perché il castorino con la sua presenza frena il proliferare dei ratti». Altro capitolo sono le sementi che in Riviera e Miranese sono il boccone prelibato di volatili e roditori, anche perché da due anni a questa parte non sono più «conciate» cioè trattate in modo chimico per evitare che venissero mangiate. La «concia» delle sementi è stata vietata, perchè messa in relazione alla moria di api. Non mancano poi problemi legati alla siccità nei campi. «Le precipitazioni questo inverno e soprattutto questa primavera conclude Livieri - sono state veramente scarse. A risentirne sono state anche le vigne, e le verdure per non parlare del settore della frutta e ovviamente di soia e mais. I danni per le aziende agricole del comprensorio si aggirano complessivamente intorno ai 3-4 milioni di euro».

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