Meno bimbi vaccinati, l'Asl 13 incontra i neo genitori a domicilio

Parte il progetto pilota "Primo mese" nei comuni di Fiesso D'Artico e Salzano: gli operatori del Dipartimento di Prevenzione a colloquio con mamme e papà a casa
Un medico prepara una siringa monodose con il vaccino contro il virus dell'influenza in un'immagine d'archivio. ANSA/STRINGER
Un medico prepara una siringa monodose con il vaccino contro il virus dell'influenza in un'immagine d'archivio. ANSA/STRINGER

MIRANO. Calano le vaccinazioni nei bambini? L’Ulss 13 “non si dà per vinta” e si mobilita per sensibilizzare la popolazione all’importanza della vaccinazione, andando direttamente a casa dei neo genitori. E’ partito “Primo mese”, un’iniziativa per i cittadini dei comuni di Fiesso D’Artico e Salzano, dove il personale del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica del Dipartimento di Prevenzione si reca a domicilio delle neo mamme. Questa nuova attività, che potrebbe in futuro coinvolgere anche altri comuni, ha come obiettivo quello di costruire un rapporto di fiducia tra operatori dei servizi vaccinali e i genitori.

“Se i genitori non vengono da noi per vaccinare i figli", dice Flavio Valentini, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss13, "abbiamo deciso di andare noi da loro”. Il bilancio 2014 dell’attività degli ambulatori vaccinali pediatrici (Camponogara, Dolo, Martellago, Mirano), infatti, non è incoraggiante dal punto di vista delle adesioni: è auspicabile una adesione del 95%, invece ci si attesta mediamente all’88%. Inoltre, per i nati dal primo gennaio al 30 settembre, si è passati da un 90,82% del 2013 ad un 89,46% per lo stesso periodo del 2014.

Parte dell'équipe del Dipartimento di Prevenzione dell'Asl 13 con, a destra, il responsabile dottor Flavio Valentini
Parte dell'équipe del Dipartimento di Prevenzione dell'Asl 13 con, a destra, il responsabile dottor Flavio Valentini

“Parliamo delle cosiddette ex obbligatorie", spiega Valentini, "ovvero delle primissime vaccinazioni, quelle antitetanica, antipolio, antidifterite ed epatite B. Il paradosso è che non abbiamo nessun problema nella adesione degli stranieri i quali  hanno conosciuto e conoscono le malattie “gravi” e usufruiscono di tutti i nostri servizi, mentre lo abbiamo con gli italiani che non hanno la percezione del rischio delle malattie e delle complicanze gravi, prevenibili da vaccini, in quanto grazie proprio alle vaccinazioni queste sono ben controllate. I numeri parlano chiaro: a Camponogara, i nuovi nati (da gennaio a settembre dello scorso anno) sono stati 311, di questi 36 non si sono vaccinati (copertura 88,42%); a Dolo, i nuovi nati sono stati 484, di questi 65 non si sono vaccinati (copertura 86,57%); a Martellago, i nuovi nati sono stati 253, di questi 17 non si sono vaccinati (copertura 93,28%); a Mirano i nuovi nati sono stati 556, di questi 55 non si sono vaccinati (copertura 89,57%).

Eppure l’impegno da parte del personale del Dipartimento di Prevenzione, per quanto riguarda la formazione e la sensibilizzazione, non manca: basti pensare che oltre ad aver iniziato sperimentalmente ad incontrare i neo genitori a domicilio, nel corso del 2014, sono state invitate quasi 7000 famiglie agli incontri formativi che periodicamente vengono organizzati nelle sedi di Dolo, Martellago e Mirano. Agli incontri collettivi vanno anche aggiunti quelli individuali coi genitori che manifestassero incertezze o dubbi sui vaccini, le attività dello “Spazio  0 -1 anno” presso le sedi distrettuali di Mira Camponogara e la stretta collaborazione con i Pediatri di Libera Scelta.  “Non ci diamo per vinti", sottolinea il direttore generale Gino Gumirato, "le vaccinazioni sono, insieme agli antibiotici, la più importante conquista per la nostra salute e, come tale, va tutelata e promossa. Continueremo ad insistere con una corretta informazione per far rinascere una cultura “italiana” della vaccinazione”.

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