Mendicanti molesti, l'ennesimo incontro: «In città serve più vigilanza»
MESTRE. Riorganizzare le fila, utilizzare tutte le forze in campo (carabinieri, vigili, polizia), raccogliere segnalazioni e mettere vigili e agenti in strada, oltre a chiedere la riscrittura della Legge Speciale per Venezia per avere margini di azione. Sono alcune delle proposte emerse ieri sera durante il dibattito “Degrado e disagio. Approfondimento sul tema del percepito malessere della città” che si è svolto nel locale “Il Palco” di piazzetta Toniolo organizzato dal titolare Stefano Ceolin, che ha toccato temi caldi, quali la sofferenza del cittadino verso fenomeni come l’accattonaggio aggressivo, l’utilizzo dei luoghi pubblici, lo spaccio.
Sul palco a rispondere alle domande di commercianti e cittadini, c’erano il segretario provinciale di Ugl Polizia, Mauro Armelao, l’assessore Gianfranco Bettin, lo storico direttore della casa dell'ospitalità di via Spalti, Nerio Comisso, lo scrittore Valter Esposito, il portavoce del comitato di Corso del Popolo, Vincenzo Rigamonti, il presidente del Centro Culturale Le Grazie, Simone Venturini. Moderatori i giornalisti Marta Artico e Raffaele Rosa.
Ad emergere, problemi quotidiani: i parchi in balìa di accattoni e zingari, sale giochi attorno alle quali gravita malavita, autobus dove è difficile montare perché sono presi d’assalto dai senzatetto che lavorano per la malavita organizzata. «Abbiamo dato multe, ne continuiamo a dare», ha detto l’assessore Bettin, «puliamo, ci sobbarchiamo di compiti che non sono nostri, facciamo di tutto e di più, ma per sconfiggere organizzazioni come queste occorre mettere in campo opere conseguenti, non possiamo chiudere tutta la città, è necessario applicare strumenti che esistono, come il foglio di via, per neutralizzare racket e gang. Abbiamo segnalato il problema al comitato di sicurezza e ordine pubblico e al questore».
Armelao ha dato alcuni dati: «L’ufficio volanti terrestre della Questura ha 16 auto, solo quattro sono funzionanti, tre sono in strada e una è di riserva. Bisogna istituire una vigilanza fissa interforze formata da polizia di Stato, vigili e carabinieri, il battaglione dei militari di Mestre, in viale Garibaldi, il reparto mobile dei carabinieri di Padova, fare come all’Arcella e in via Anelli, istituire un posto mobile interforze». «Vi abbiamo eletti per cercare risposte», ha fatto notare Rigamonti, rivolto soprattutto a Bettin, «siamo stanchi di sentir dire che i problemi li devono risolvere altri. Bisogna uscire da questo stallo, la città sta morendo». «Mestre ha bisogno di un progetto comune», è intervenuto Comisso «dobbiamo fare squadra». «La vera domanda da porre», ha detto Esposito è: com’è cambiata la macrocriminalità a Mestre?».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia