Mendicanti al mercato: «Basta elemosina»
MIRANO. «Mai più soldi al racket. Lunedì al mercato, meno elemosina e più carità». A chiederlo è il vicesindaco e assessore alle Politiche sociali Annamaria Tomaello che chiama in causa direttamente i cittadini. «Serve la collaborazione di tutti per fermare l’invasione dei questuanti in piazza», spiega, «Sappiamo tutti che dietro questa pratica c’è il racket e ogni cittadino al mercato può fare la sua parte. La ricetta? Meno monetine e più pane». L’assessore aggiunge: «Serve anche per vedere chi è davvero bisognoso. Chi è sfruttato dal racket non accetta aiuto, vuole denaro e basta. Chi vuole davvero fare la carità, doni un panino invece di un euro. Se il mendicante lo rifiuta, rifiutiamoci di dare l’obolo: andrà a foraggiare il racket».
Il lunedì al mercato la situazione è sotto gli occhi di tutti e le proteste sono in aumento per una situazione sempre più insostenibile: alcuni ambulanti si sono rivolti al Comune per lamentarsi della presenza costante di elemosinati in pianta stabile davanti al loro banco: chiedono la monetina, a volte con insistenza, alla gente in attesa di essere servita. Spesso alcuni clienti desistono e lasciano la fila indispettiti, senza fare acquisti. Così gli ambulanti perdono clienti.
«Abbiamo chiesto in più modi di lasciarci in pace», ha detto il titolare di un banco di rosticceria, «siamo arrivati perfino ad offrire loro un pollo arrosto purché se ne andassero, ma lo hanno rifiutato». «Non accettano la carità, vogliono soldi e spesso questo danneggia gli affari degli ambulanti», precisa Tomaello che lancia dunque la sfida, «Smettere di dare la monetina solo per evitare il fastidio. Se proprio si vogliono aiutare queste persone, si lasci loro un panino o una mela appena comprata al mercato. Ognuno potrà subito rendersi conto se i mendicanti cercano aiuto o altro. Bisogna imparare a distinguere».
Un appello arrivato in passato a Mirano e frazioni anche da alcuni parroci che avevano invitato i fedeli a non lasciare l’obolo all’uscita della chiesa, ma di destinarlo piuttosto alla Caritas per opere di assistenza e vera carità. Il vicesindaco estende il concetto anche ai non praticanti: «Dobbiamo evitare di alimentare il sistema illegale che non guarda al bisogno delle persone ma al loro sfruttamento», conclude Tomaello, «se anche il mercato smette di essere fonte di guadagno per il racket, forse riusciremo ad estirpare questo odioso fenomeno e aiutare realmente le persone bisognose».
Filippo De Gaspari
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia