Memorial di sci in ricordo di Andrea
di Roberto Lamantea
I sogni a volte hanno gli occhi chiari e il viso bellissimo di un bambino. I sogni sono come le fiabe: a volte come in Andersen non hanno il lieto fine, ma così concluse nel silenzio e nella neve hanno un respiro dolce e delicato. Il 5 marzo scorso attorno alle 15, sulle Tofane a Cortina d’Ampezzo, anche un sogno è finito, o la fiaba di un bambino che sognava di diventare un campione ed era così bravo che lo sarebbe diventato. Aveva solo 9 anni Andrea Rossato, di Mestre, giovanissimo atleta dello Sci Club Nottoli di Vittorio Veneto. In mattinata aveva disputato una gara di promozione per i turisti con la squadra dei baby cuccioli. Nel pomeriggio stava scendendo il raccordo del «canalino» al Pian delle Marmotte sotto le Tofane. Gli altri che erano con lui ad un certo punto non lo hanno più visto. Scattato l’allarme lo hanno cercato gli addetti alle piste, la polizia, il Soccorso alpino. Andrea era finito contro un albero, un urto violentissimo, non lo hanno salvato l’attrezzatura in ordine e il casco perfettamente allacciato. Andrea faceva parte della squadra vittoriese dei baby cuccioli con altri 20 bambini. E lo Sci Club Nottoli (nato nel 1948 dalla passione di alcuni giovani di Vittorio Veneto, club agonistico dal 1973 sotto la guida del campione olimpico Roberto Zandonella) gli dedica ora il primo «Memorial Andrea Rossato» il 6 gennaio 2012 a San Vito di Cadore, una gara di beneficenza di slalom gigante. I piccoli atleti del club di Vittorio Veneto hanno dedicato ad Andrea una canzone di Jovanotti (accanto ne riportiamo alcuni versi). Inoltre in memoria del bambino mestrino nasce una fondazione «per la diffusione della cultura della sicurezza e dello sport rivolta ai più giovani».
Era di Mestre, Andrea. Abitava con la famiglia in via Foscolo 1: il papà Mauro, ingegnere al Vega, mamma Alessandra, il fratellino Giorgio.
Nel libretto annuale del club vittoriese che raccoglie i risultati di tutti gli atleti e le loro foto dello scorso inverno, due pagine sono interamente dedicate ad Andrea con le parole della canzone di Lorenzo Jovanotti «Le tasche piene di sassi».
La Fondazione Andrea Rossato, fortemente voluta dal padre del bambino, Mauro, verrà ufficializzata a breve: l’obiettivo è «diffondere la cultura della sicurezza e per avvicinare bambini e giovani alla pratica dello sport».
Sono anche le regole dello Sci Club Nottoli di Vittorio Veneto. Lo sport non come agonismo – al punto di sacrificare ogni dignità in nome del mercato, come registra spesso la cronaca – ma sport come gioco, come appartenenza a una squadra, solidarietà, libertà, divertimento sano. Le regole del club vittoriese – dedicate ad Andrea – vanno infatti al di là dello sport per divenire un inno alla socialità: «Ho il diritto di divertirmi e giocare come un bambino», recita il decalogo (in realtà le regole sono undici), tra i diritti ci sono quello di fare sport e vivere in un ambiente sano, «ho il diritto di essere trattato con dignità», di essere allenato e circondato da persone qualificate, «di seguire allenamenti adeguati ai miei ritmi». Inoltre: «Ho il diritto di misurarmi con giovani che abbiano le mie stesse probabilità di successo, di partecipare a gare adeguate, di partecipare al mio sport nella massima sicurezza, di avere tempi di riposo». L’undicesimo è bellissimo: «Ho il diritto di NON essere un campione», con quel NON scolpito in maiuscolo. Appunto, lo sport come gioco e basta.
A volte i sogni non hanno il lieto fine. Ma anche dal dolore – come nella poesia – germoglia la bellezza.
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