Melissa: «Ho avuto paura ma lo rifareri ancora»
«Wow, non ci sono parole. Quando arrivi lassù la paura c’è, ma mi avevano detto che pur di farmi scendere i cecchini della sicurezza erano pronti a far fuoco. Non ho avuto scelta. È stato unico, sono felice. Lo rifarei ancora». È entusiasta la star Melissa Satta, l’Aquila 2017, che alle 12, al termine dei 12 rintocchi della “marangona”, è scesa dal campanile di San Marco sospesa nel vuoto planando sul palcoscenico davanti all’Ala Napoleonica e il Museo Correr.
Tutt’attorno la folla in delirio e le note del brano “Can’t help falling in love” di Elvis Presley nella versione cantata da Andrea Bocelli. Per la soubrette, arrivata in laguna sabato scorso e ripartita ieri, nasi e cellulari all’insù di 50 mila persone che si sono riversate in Piazza superando controlli accurati, deviazioni continue, sensi unici a sorpresa e transenne posizionate nell’area marciana dalle forze dell’ordine. E tutto è andato bene. È magico il trucco degli occhi della showgirl, brillantini color bluette, come il costume pensato da Nicola Formichetti per Diesel e realizzato dall’Atelier Pietro Longhi di Francesco Briggi: l’abito è un mix di jeans, tulle, nastri bianchi, azzurri, blu. Mentre lo sguardo delle persone è rivolto alla coraggiosa Melissa Satta, lei non perde tempo. La soubrette ha qualcosa da dire: «Non è da tutti i giorni buttarsi giù dal campanile di San Marco. È un’esperienza che mi mancava: una cosa simile l’avevo fatta a Rio lanciandomi da una montagna, ma questo, a Venezia, con tutta questa gente, il peso e la responsabilità di quello che stavo facendo è stato irripetibile. Quando sono arrivata ho capito l’importanza dell’esibizione e me la sono sentita addosso per tutta la durata del volo».
Dai cecchini della sicurezza a quelli che colpiscono in rete. La star ha messo in primo piano il suo recente episodio di cyderbullismo smentendo il gossip: «È un tema delicato. Pochi giorni fa sono stata attaccata di brutto per cose non vere. Da lì ho capito cosa provano molte ragazze; non c’è molto controllo che invece dovrebbe esserci. Persone che si permettono di far questo dovrebbero essere immediatamente punite».
Poi giù dal palco: è un bagno di folla. In mezzo una cinquantina di ragazzi di L’Aquila. A nome di tutti interviene Pierluigi Manna. «C’era bisogno di staccarsi alcuni giorni dalla nostra terra», ha detto il giovane, «cercavamo un po’ di pace interiore e abbiamo pensato a Venezia. Oggi stiamo vivendo una favola. A tutti grazie».
Nadia De Lazzari
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