Melina in Regione, pratica in commissione

Dopo un primo voto dovrà essere il Consiglio a esprimersi. La Lega Nord e i rapporti con il sindaco
BELLUCO.RIUNIONE ASS.REG.FINOZZI E ASS.ALBERGATORI ABANO.ass regionale finozzi
BELLUCO.RIUNIONE ASS.REG.FINOZZI E ASS.ALBERGATORI ABANO.ass regionale finozzi

A che punto è il percorso delle due proposte di referendum per la divisione di Venezia in due comuni (Mestre e Venezia) presentata dai comitati e in tre comuni (Venezia, Mestre e Marghera) presentata dal consigliere regionale della Lega Alberto Semenzato? Al momento è tutto fermo alla I Commissione consiliare (Politiche istituzionali) che deve valutare se esprimere o meno il parere di meritevolezza, e poi passare la palla al consiglio regionale. Se l’assemblea di Palazzo Ferro Fini dovesse dare il via libera, toccherà poi alla giunta di Luca Zaia decidere in quale data si dovrà tenere il referendum. Tempi certi però, nonostante le rassicurazioni che in aprile erano arrivate dal presidente della commissione, Marino Finozzi, ancora non ce ne sono. In questi giorni infatti Consiglio e commissioni sono occupati a tempo pieno dalla riforma della sanità con la nascita dell’Azienda Zero.

E una convocazione della I commissione che abbia all’ordine del giorno la questione referendaria ancora non si vede. I timori dei promotori della separazione è che la Regione stia facendo un po’ di melina. Il voto favorevole della Lega Nord al referendum per la separazione potrebbe infatti incrinare i rapporti tra il Carroccio e il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro che non a caso ieri ha deciso di spendere il parere arrivato da Roma per ribadire che il referendum, nei modi in cui è stato presentato e con l’avvenuta istituzione della Città metropolitana, è illegittimo sul piano formale. «Confido pertanto nel senso di responsabilità del Consiglio regionale», ha ricordato Brugnaro, sottolineando però che la proposta è sbagliata anche sul piano sostanziale, perché è già stato bocciati dai cittadini per quattro volte.

Di fronte al referendum anche all’interno dei partiti ci sono posizioni diverse. E pure pezzi del Pd - partito che in un primo momento era schierato in modo (quasi) compatto dalla parte del no, ritenendolo illegittimo proprio come oggi dice Brugnaro - hanno deciso di sostenerlo apertamente. Ecco perché sia in commissione che in consiglio regionale un eventuale voto positivo al referendum potrebbe trovare perno in parte tra i consiglieri della maggioranza e in parte tra quelli dell’opposizione. In ogni caso tra Azienda Zero e ferie se ne riparlerà a settembre, quando ci saranno meno scuse per fare melina. E la Commissione e il Consiglio saranno chiamati a votare, almeno che non decidano di tenere le pratica in un cassetto ancora per un po’.

Francesco Furlan

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia