Meganavi in laguna Costa critico: «Serve strategia d’insieme»

L’ex presidente del Porto: «Riflettere su Marghera e logistica» Comitati ambientalisti all’attacco, lunedì assemblea pubblica
Interpress\M.Tagliapietra Venezia 25.09.2016.- Manifestazione No Grandi Navi. Zattere, Canale della Giudecca.
Interpress\M.Tagliapietra Venezia 25.09.2016.- Manifestazione No Grandi Navi. Zattere, Canale della Giudecca.
«Invece di togliere le grandi navi dalla laguna si progetta un porto per accoglierne di ancora più grandi. Non è questa la soluzione per salvare l’ambiente e il lavoro. Continueremo la nostra lotta». I comitati «No Grandi Navi» e Ambiente Venezia accolgono così la pubblicazione di ieri sulla
Nuova
dello studio «Multicriteria» dell’Autorità portuale. E annunciano un’assemblea cittadina per lunedì.


Un documento fin qui tenuto riservato, che spiega perché il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio ha scelto alla fine l’ipotesi Marghera, scartando tutte le altre. In base a un logaritmo e analizzando dati sui costi, i tempi, l’efficienza trasportistica e altro, l’Autorità portuale veneziana ha elaborato la «classifica finale» delle proposte in campo. Prima è risultata quella di Marghera. In base al presupposto che nei prossimi nove anni il mercato delle navi subirà una trasformazione rapida.


«Ci sono in ordinazione 92 nuove grandi navi», si legge nell’introduzione. Quasi la metà di queste sono di stazza superiore a quelle oggi ritenute troppo grandi per entrare in laguna. «La fascia intermedia tra le 60 e le 140 mila tonnellate», si legge nelle conclusioni del rapporto, «è destinata a ridursi drasticamente, sostituita da classi maggiori». Arriveranno meganavi anche sopra le 200 mila tonnellate. Che significa il doppio della Costa Concordia. Per farle arrivare, continua il rapporto dell’Autorità, visto che non ci stanno in Marittima e nemmeno al Lido occorre puntare su una nuova Stazione a Marghera. Principio che fa discutere. Soprattutto dopo le critiche avanzate all’ultimo Comitatone. Riunito al ministero delle Infrastrutture e non a palazzo Chigi, non preceduto come sempre dalle riunione del precomitatone, assenti i ministri e il premier. Si è votato alla fine non una delibera o un atto di indirizzo ma un «percorso» condiviso dal ministero, dalla Regione e dai comuni della gronda, a parte Chioggia. Si è parlato solo di crociere e di divisione dei soldi della Legge Speciale. «Il governo deve fare chiarezza su questo», hanno scritto in due interrogazioni il senatore Felice Casson e il deputato Michele Mognato. «C’è una domanda preliminare da fare», commenta Paolo Costa, ex ministro e sindaco, fino all’anno scorso presidente del Porto, «cioè perché mai ci dobbiamo preoccupare di dove sistemare le crociere prima di capire di come far funzionare la città, la logistica e Marghera. Per costruire una alternativa economica diversa dal turismo». In ogni caso, è il commento, grandi decisioni adesso non verranno. Perché tra poco si entra in campagna elettorale, e le scelte strategiche le farà il nuovo governo. Intanto la direzione è tracciata. Secondo i comitati, ancora una volta si è considerato il peso delle compagnie. Msc, Costa e Carnival hanno la quota di maggioranza in Vtp. E il nuovo terminal ideato a Marghera servirà a tranquillizzare gli armatori. Ma in laguna potrebbero entrare «mostri» grandi il doppio della Concordia. Con i danni ambientali spostati di qualche chilometro. Un equivoco che andrà presto chiarito. Fino a che limite le navi potranno passare per San Marco lo deciderà presto la Capitaneria di porto con l’ordinanza. I limiti per la laguna, invece li deve fissare la politica rispettando le leggi.


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