Medico licenziato e poi subito reintegrato

L’Asl interviene dopo un rapporto della Finanza ma un errore formale obbliga alla marcia indietro

L’Asl 12 ne aveva deliberato il licenziamento - a partire dal primo agosto - ma è stata costretta a tornare sui suoi passi dopo che il tribunale del lavoro ha ritenuto illegittimo il procedimento.

La vicenda risale all’anno scorso e si è conclusa qualche giorno fa con la delibera del direttore generale che, prendendo atto della decisione del tribunale, revoca il licenziamento ai danni della dottoressa Valentina Meneghini, medico legale. Una storia che inizia nel maggio dell’anno scorso quando il direttore generale Giuseppe Dal Ben predispone la sanzione disciplinare del licenziamento con preavviso nei confronti di Valentina Meneghini, dirigente medico del Dipartimento di prevenzione, in servizio da oltre dieci anni. Un licenziamento deciso sulla base di un rapporto della guardia di finanza secondo il quale - nonostante la dottoressa avesse optato per il rapporto di esclusività con l’azienda - la dottoressa avrebbe svolto dal 2008 al 2013 attività per conto proprio con oltre 900 tra visite e consulenze. E tutto questo nonostante continuasse a percepire dall’azienda l’indennità di esclusività e la retribuzione di risultato per un importo di 88.754 euro. L’Asl, dopo aver letto il rapporto dei finanzieri, aveva quindi deciso di procedere con il licenziamento (con preavviso) inizialmente previsto dal primo giugno del 2015, e poi rinviato al primo agosto a causa di «irregolarità nella fase di notifica della deliberazione».

La dottoressa si era difesa spiegando che il suo servizio era stato svolto non all’interno delle strutture dell’Asl - dove avrebbe invece potuto farlo - perché in ospedale non c’erano spazi adeguati e perché l’attività fatta all’esterno non era in concorrenza con quella che svolgeva per conto dell’Asl. Contro il provvedimento di licenziamento quindi la dottoressa, affiancata dall’avvocato Marco Vassallo, ha presentato ricorso al tribunale del lavoro per l’annullamento del provvedimento per «carenza di giustificato motivo soggettivo» e invia subordinata per degli errori nella procedura della notifica. Il tribunale del lavoro, con il giudice Margherita Bortolaso, si è pronunciato lo scorso 18 marzo dichiarando illegittimo il licenziamento e obbligando l’Asl a «reintegrare la ricorrente nel posto di lavoro».

Una decisione presa perché - per il licenziamento - l’Asl non aveva seguito la procedura corretta, in linea cioè con la riforma Brunetta tant’è che l’Asl ci tiene a sottolinearlo nella delibera in cui ne prende atto, scrivendo che «la sentenza, pronunciandosi si aspetti squisitamente formali, nulla ha disposto circa i fatti all’origine dell’annullato licenziamento». Il primo agosto quindi la dottoressa potrà continuare a presentarsi al lavoro. (f.fur.)

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