Medico a Dese, assemblea di fuoco «Niente ambulatorio nella scuola»
DESE. Oltre duecento persone giovedì sera hanno affollato la palestrina di Dese chiamate a raccolta dal consiglio d’istituto della Mameli con la presidente Patrizia Novello per protestare contro la scelta di utilizzare una parte del plesso scolastico per ospitare il nuovo medico di Dese. Ricordiamo che il precedente ha deciso di abbandonare la frazione, leggi 400 assistiti, e tenere solo un ambulatorio a Favaro. Presenti il comitato genitori, rappresentato, tra gli altri, da Francesca Berton, una schiera di consiglieri comunali (Renato Boraso, Saverio Centenaro,Gabriele Scaramuzza, Sebastiano Bonzio), di Municipalità e pure regionali (Pietrangelo Pettenò), il dirigente del Comprensivo, Ranieri Chinellato, il parroco, don Enrico Torta.
«La Municipalità non intende azzoppare la scuola», ha chiarito e promesso il presidente di Favaro, Ezio Ordigoni, spiegando, in sostanza, che l’idea di utilizzare lo spazio verrà accantonata e dunque genitori e insegnanti possono dormire sonni tranquilli. Eliminato un problema, rimane sempre però quello di fare in modo che Dese non rimanga senza un medico di base.
«Ho vagliato tutte le soluzioni», ha detto Ordigoni, «ma finora non abbiamo trovato nessuno spazio che possa fungere da ambulatorio o presidio e tutte le possibilità si sono rivelate inadeguate».
«Il problema», ha chiarito il consigliere del Pdl Ugo Battistelli, «è che il medico non vuole pagare l’affitto, tutto qua. Se diamo un ambulatorio pubblico, allora si crea un precedente perché tutti i medici delle frazioni avranno il diritto di chiedere uno spazio».
«I medici sono ben pagati», ha esordito il consigliere regionale Pettenò. «È l’Asl che dovrebbe interessarsi di predisporre gli spazi e obbligarli a stare nel territorio: i medici devono scegliere, o si aggregano o pagano l’affitto, che per loro è niente, ma a Dese servono ambulatori».
Qualcuno ha pure proposto di installare dei container nel parchetto della Pietà appena giù dal ponte. Poi è stata letta una mail del direttore del Distretto Mestre Nord, Sandro Marton, nella quale, in sostanza, si dice che l’Asl si impegna ad assegnare un medico alla comunità di Dese, il che sarebbe una manna dal cielo.
«Prima di tutto garantiamo il medico nella frazione», è intervenuto Scaramuzza. «Chi non importa e neanche dove, bisogna impegnarci in una verifica a tutto tondo, capire quali spazi ci sono, dalle case comunali alle proprietà della Pietà o agli spazi pubblici e l’Asl deve essere più precisa e mettere nero su bianco gli impegni che si prende».
«Se il medico abbandona chi gli ha dato da mangiare per anni», sbotta Boraso, «a sbagliare è lui. Noi ci impegnamo a cercare un luogo dove insediare un presidio, ma nel frattempo il direttore del Distretto, Marton, ci dia un medico, sicuramente se ce lo assegna troveremo un giovane neolaureato che pur di lavorare verrà a Dese: la scuola, almeno ora sappiamo, non si tocca».
Nella discussione si è inserito persino il proprietario dell’immobile ambulatoriale, per precisare che pur di far rimanere la dottoressa a Dese, lui che in paese abita, le ha fatto pagare per anni un canone di 300 euro, aumentato in questi ultimi tempi, ma mai eccessivamente e chiarendo che l’affitto attuale è la metà o quasi di quanto pagano il dentista o la farmacia. A chiudere il dibattito il parroco, don Enrico Torta, anche lui convinto che senza un dottore gli anziani, ma non solo loro, non possano stare.
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