Medicinali “spariti” al Sert Sei medici patteggiano
MESTRE. Cinque anni fa i carabinieri del Nucleo antisofisticazioni avevano compiuto un vero e proprio blitz su ordine del pubblico ministero Federico Bressan: 23 perquisizioni nelle case di medici, psicologi, infermieri e assistenti sociali del Sert di Mestre, in via Calabria, tra cui anche il primario di allora, Pier Guido Nardi. Sulla base della denuncia di un medico che là lavorava, Stefano Formaggi, cercavano metadone, il farmaco che viene utilizzato con i tossicodipendenti per toglierli dalla strada e allontanarli dall’eroina. Nella denuncia si ipotizzava che il metadone, che è liquido, venisse distribuito in dosi inferiori ai pazienti e che gli operatori si portavano a casa quello che rimaneva,
I militari, però, non avevano trovato una goccia di metadone, ma in compenso nelle abitazioni di 18 di quei 23 operatori sanitari avevano recuperato confezioni di altra farmaci, quelli più comuni, come «Maalox» o «Muscoril», qualche volta addirittura scaduto, ma con la scritta «ad esclusivo uso ospedaliero», dunque dalla provenienza inequivocabile. Alla fine dell’indagine preliminare il rappresentante della Procura aveva chiesto il rinvio a giudizio di 18 tra medici, infermieri e psicologi, tutti per il grave reato di peculato, anche per coloro ai quali era stata trovata un’unica confezione e non avevano certo provocato un danno grave all’Azienda sanitaria veneziana per la quale lavoravano.
Ieri, dopo numerose udienze, il giudice veneziano Marta Paccagnella ha assolto dodici dei 18 indagati perché il fatto non sussiste: tra gli assolti anche l’ex primario Nardi.
Sembra evidente che il magistrato ha accolto la tesi dei difensori, i quali hanno sostenuto che i loro clienti avevano sì preso alcuni farmaci, ma si erano limitati ad uno o due confezioni, senza provocare un danno reale. Sei dei 18, comunque, avevano cercato e raggiunto un accordo con il rappresentante dell’accusa per patteggiare la pena di sei mesi di reclusione. Si tratta di coloro ai quali i carabinieri avevano sequestrato numerose confezioni di medicinali provenienti dal Sert e ieri il giudice dell’udienza preliminare con la sua sentenza ha sancito l’accordo tra le parti. Tra i sei paradossalmente c’è anche Formaggi, colui che ha presentato la denuncia. In casa sua, infatti, i militari del Nucleo antisofisticazioni avevano rinvenuto una cinquantina di farmaci di cui il medico si era appropriato.
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