Medici in pensione: Gardigiano resta senza, assistiti nel caos

Mancano all’appello due dottori. La sindaca chiama l’Usl, ma intanto è stato bocciato il documento che propone spazi pubblici gratuiti per gli ambulatori in modo da richiamare altri medici

 

Alessandro Ragazzo

SCORZÈ. Gardigiano resta senza medici, ma nel frattempo è stato bocciato l’ordine del giorno presentato dal Pd in Consiglio a Scorzè in cui si chiedeva alla maggioranza di aprire un tavolo permanente di confronto con i medici di famiglia per affrontare il tema della carenza di professionisti.

Mancano all’appello due dottori. Il partito di minoranza chiedeva di mettere a disposizione degli spazi pubblici per gli ambulatori nelle frazioni con un affitto agevolato.

Nel comune ci sono 10 medici e ne servirebbero due in più. A breve però un altro (quello di Gardigiano-Peseggia) se ne andrà e dunque il numero scenderà a 9. E questo crea dei disagi agli utenti che si devono spostare altrove.

«Queste figure professionali», spiega Mery Moretto del Pd, «sono sempre più sovraccaricate di lavoro, anche burocratico, soprattutto a causa della pandemia e della fuga dalle strutture sanitarie pubbliche. Garantire le cure ai nostri concittadini è diventato sempre più difficile».

Per questo il Pd aveva chiesto di mettere a disposizione in modo gratuito degli spazi pubblici per gli ambulatori medici, soprattutto per garantire la presenza nelle frazioni.

La sindaca Nais Marcon spiega: «Le cose sono cambiate in primavera perché qualcuno è andato via e si è verificata una mancanza di medici non da poco. All’inizio siamo riusciti a tamponare perché abbiamo indirizzato qualche anziano a Peseggia, in modo da distribuirli tra i medici in servizio. Ma con l’inizio di agosto il quadro cambierà ancora perché a Gardigiano non ci sarà un medico».

E la stessa Marcon ne ha parlato con l’azienda sanitaria. «Il contatto con l’Usl 3 è costante», prosegue, «Ci è stato risposto che ci sono delle difficoltà a inserire dei professionisti a Scorzè perché ci sono ancora dei posti liberi: a un medico mancano 700 pazienti, a un altro 300. L’Usl ragiona sui numeri. Il futuro sarà ancora più difficile. Da parte nostra abbiamo fatto una proposta ai medici, ovvero portare il numero di pazienti in carico da 1.500 a 1.800». 

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