Medici di base verso lo sciopero
Incontro in Regione con l’assessore Coletto, ma la protesta è confermata
«Aderiamo all’invito dell’assessore per il 24 ottobre con la solita volontà di costruire e di partecipare all’organizzazione di una sanità migliore, ma rimangono alti i livelli di attenzione perché smetteremo di lottare solo di fronte a serie e condivise garanzie per il presente e futuro della nostra professione. Per questo comunque abbiamo deciso di aumentare il numero di giorni e il periodo dello sciopero fino al riconoscimento del ruolo e dea dignità dei medici di medicina generale del Veneto».
È questa l’ultima comunicazione della Federazione italiana medici di famiglia (Fimmg) in vista dell’incontro in Regione, che dovrebbe servire a trovare una soluzione.
In caso contrario lo scioperò inizierà mercoledì 8 novembre, con la chiusura degli ambulatori dei medici di famiglia, e verrà ripetuto, fino a giugno del 2018, per quattro giorni al mese, con una progressiva intensificazione dei giorni di sciopero fino al dicembre dell’anno prossimo. «La modalità dello sciopero sarà effettuata con la chiusura degli studi dei medici di medicina generale», spiega la Fimmg, «secondo quanto previsto dal Codice di autoregolamentazione dello sciopero». «Per quanto riguarda la medicina generale abbiamo la volontà di capire le criticità», aveva spiegato nei giorni scorsi l’assessore alla Sanità, Coletto, durante un incontro all’ospedale di Mestre, aggiungendo: «Lo sciopero non ci può essere perché non si può fermare un servizio pubblico».
La protesta dei medici di base mette nel mirino la Regione per la mancata completa attuazione del potenziamento dei servizi territoriali previsto dall’ultimo Piano socio sanitario regionale. Dopo l’esito del consiglio regionale straordinario, i medici sono pronti a un nuovo giro di vite. «Non avremmo mai voluto arrivare a questo punto, ma dopo certe affermazioni fatte da alcuni politici veneti di maggioranza, vedremo allora se davvero i medici di famiglia non contano nulla», aveva spiegato nei giorni scorsi Domenico Crisarà, segretario generale regionale della Fimmg, uno dei sindacati di settore coinvolti nella protesta. In un primo momento la minaccia di chiudere gli ambulatori era stata solo considerata una soluzione estrema al momento di partire con la protesta, indicando in un paio di giorni di chiusura il possibile passo successivo. Ora si arriverebbe invece a una protesta più fragorosa, a meno che il 24 ottobre non si riesca a raggiungere un accordo.
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